MILANO – Starbucks arricchisce la sua gamma di alternative al latte vaccino con una nuova bevanda a base di latte di avena, che va ad affiancarsi al latte di cocco e di mandorle, disponibili già da alcuni anni. L’oat milk – come viene chiamato in inglese – è inizialmente proposto in 1.300 locali del Midwest. È già presente da due anni in Europa, dove ha riscosso un buon successo.
Il lancio avviene a fronte della crescente impopolarità del latte vaccino e dei suoi derivati, dovuta a preoccupazioni (per lo più infondate) per la salute. E ad altre, decisamente più pertinenti, per l’impatto ambientale degli allevamenti.
Secondo dati diffusi da Reuters, negli ultimi anni i consumi di latte vaccino hanno subito un calo particolarmente marcato proprio negli Usa. Tanto che alcuni grandi produttori sono addirittura falliti.
Nell’ultimo anno, le vendite di latte di avena sono cresciute di sette volte, raggiungendo i 53 milioni di dollari in un mercato – quello delle bevande vegetali – che complessivamente ne vale 1,8 miliardi. Quelle di latte vaccino sono scese invece dai 15 miliardi del 2015 ai 12 attuali (dati Nielsen).
Secondo gli analisti di Mintel Projects, entro il 2023 il mercato americano delle bevande vegetali varrà 3,1 miliardi di dollari.
La bevanda all’avena arriva nelle caffetterie Starbucks a più di vent’anni di distanza dall’introduzione, nel 1997, di quella alla soia come alternativa al latte vaccino per gli allergici e gli intolleranti. E come sempre sarà la base per nuove proposte commerciali sul tema caffè, cappuccino e simili.