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MERCATO GLOBALE – Strauss Coffee vuole quotarsi a Wall Street

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MILANO – Strauss Coffee – quinto competitor mondiale nel settore del caffè – potrebbe approdare presto a Wall Street. Lo sostiene la testata israeliana TheMarker, supplemento economico del quotidiano Haaretz di Tel Aviv.

La fonte afferma che l’Ipo è prevista per la metà del prossimo anno.

L’operazione vedrebbe Goldman Sachs e Citigroup come capofila del collocamento.

La decisione della capogruppo Strauss Group farebbe seguito all’annunciato disimpegno di Tpg Group, che detiene il 25% del pacchetto azionario di Straus Coffee (il rimanente 75% è di Strauss Group).

L’americana Texas Pacific Group (Tgp), una delle più importanti aziende di private equity al mondo, aveva acquisito una quota pari a un quarto del capitale azionario di Strauss Coffee Bv nel 2008, al prezzo di 293 milioni di dollari.

Le pattuizioni fatte prevedevano anche un’opzione a due anni per anni per l’acquisizione di un ulteriore 10% del pacchetto, che alla scadenza Tgp non fece però valere.

A scoraggiare gli americani furono all’epoca i problemi fiscali e il calo di redditività del business, a fronte dei costi crescenti del caffè verde, del deteriorarsi del clima economico in Europa dell’est e della crescente competitività del mercato Brasiliano.

La decisione di Tgp di uscire da Strauss Coffee è stata resa nota già a inizio luglio.

Ma le modalità, a distanza di oltre 4 mesi, non sono state ancora definite.

“La compagnia sta esaminando assieme a Tgp Capital varie opzioni di uscita, ma non è stata ancora presa alcuna decisione in merito” ha dichiarato, a tale proposito, Strauss Group, in una nota diramata domenica in risposta alle indiscrezioni diffuse dai media.

Strauss Coffee ha sede in Svizzera, nella città di Zug, capitale dell’omonimo cantone di lingua tedesca.

La società detiene una quota di mercato globale pari a 3,3% (fonte Euromonitor, dato relativo al 2012).

È market leader in Israele e in Brasile (dove opera con dei partner locali), con una share superiore al 21%. Vanta una presenza importante anche in Europa dell’est, Balcani, Russia e Csi.

Nel primo semestre 2013 ha sensibilmente accresciuto la propria redditività, grazie a un azzeccato mix di sinergie, fusioni e acquisizioni.

La situazione è migliorata in Brasile e negli altri principali mercati.

Ottimo anche il risultato ottenuto in patria. Il mercato israeliano ha contribuito infatti al 24,3% dell’Ebitda della società, pur contando soltanto per il 18,3% in termini di vendite.

L’Ebitda a metà anno ha raggiunto i 247 milioni di Shekel (52 milioni di euro), in crescita del 43,2% sul pari periodo 2012.

In presenza di una posizione debitoria buona e visto un Ebitda sugli ultimi 12 mesi pari a 463 milioni di Shekel, il valore dell’Ipo potrebbe attestarsi, secondo gli esperti, tra 1,2 e 1,8 miliardi di dollari.

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