MILANO – Una grande conquista quella del reddito di cittadinanza, almeno così narrava la leggenda nel momento in cui è diventata una possibilità concreta. Peccato che, come purtroppo spesso accade in Italia, questa forma di sussistenza, sia diventata presto un assist importante per i più furbi. Com’è il caso di un barista di Taranto, che percepiva il supporto economico e, allo stesso tempo, svolgeva tranquillamente la sua professione (pagato). Leggiamo la notizia completa dal sito today.it.
Reddito di cittadinanza: un bel modo di arrotondare
Furbetti del reddito di cittadinanza. Da quando il sussidio contro la povertà è entrato in vigore, quasi ogni giorno le forze dell’ordine scoprono cittadini che, attraverso diversi escamotage, prendono i soldi del reddito pur non avendone diritto. Poi ci sono giornata in cui i casi che vengono a galla sono più di uno: dopo il caso del furbetto che in Calabria aveva una villa appena ristrutturata, un nuovo furbetto arriva invece da Taranto.
Scoperto il furbetto titolare di un bar
Una task force dei carabinieri istituita dal Comando Provinciale di Taranto e composta dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale della città jonica, dalla Stazione di Montemesola e del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno denunciato a piede libero all’Autorità giudiziaria jonica, un 41enne di Montemesola; ritenuto responsabile della violazione della normativa sulla percezione del reddito di cittadinanza e di quella in materia di sicurezza sul lavoro.
Reddito di cittadinanza e impiegati in nero: sanzione da capogiro
Durante un controllo, i militari hanno accertato che l’uomo, in qualità di titolare di un bar situato in quel centro, ha omesso di comunicare all’Inps quale ente erogatore del beneficio l’avvio della gestione dell’esercizio. Per evitare la revoca e/o la riduzione del reddito di cittadinanza
Inoltre ha impiegato alle sue dipendenze nella attività un operaio senza un contratto regolare di assunzione. Infine non ha fornito i dispositivi di protezione individuale. E non ha avviato il protocollo di sorveglianza sanitaria e la prevista formazione in materia di sicurezza sul lavoro. Nella circostanza, all’uomo sono state comminate sanzioni penali ed amministrative per complessivi 86.500 euro.