giovedì 19 Dicembre 2024
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Industria: vendite bene ma crolla la produzione, alla Saeco sono previsti oltre 70 licenziamenti

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MILANO – La crisi sta colpendo duro sulle industrie italiane del caffè, se anche un marchio internazionale come Saeco, ora 100% del colosso Philips, azienda leader nella produzione delle macchine da caffè ed elettrodomestici, rimane schiacciata dalla congiuntura negativa.

Come era noto da tempo, mancava soltanto il riscontro, l’azienda che era stata fondata da Sergio Zappella – bergamasco di Gazzaniga – ha deciso di chiudere lo stabilimento di via Panigali a Gaggio Montano (Bologna), trasferendo tutti i lavoratori in altre strutture e annunciando un piano di 70 esuberi entro i primi mesi del 2013. Un tagliò necessario dopo che le previsioni per il prossimo anno parlano di un -23% del budget e di un forte calo dei volumi produttivi.

Nonostante le vendite di macchine per il caffè da casa, ramo nel quale Saeco è stata leader, tirino ancora forte, con incrementi annuali a due cifre.

Ma evidentemente Saeco, i modelli della Saeco, non hanno più saputo andare incontro all’interesse dei consumatori come erano riusciti  a fare in passato.

A porre fine alle voci incontrollate e ad alzare alto un forte allarme è stato il sindacato dei metalmeccanici della Cgil di Bologna. La Fiom del capoluogo emiliano ha annunciato ieri le proprie iniziative di mobilitazione.

“I licenziamenti possono essere evitati, c’è spazio per usare gli ammortizzatori sociali”, ha spiegato il sindacato, ricordando che nell’impianto l’80% degli addetti all’elettrodomestico è donna.

In totale alla Saeco lavora un migliaio di dipendenti, dei quali 200 nello stabilimento che sarà svuotato. Proprio il loro trasferimento causerà 10 esuberi. Ai quali l’azienda ha intenzione di aggiungere altri 60 licenziamenti per il calo di produzione. «Una situazione estremamente preoccupante», secondo la Fiom; anche se per ora non si sono aperte le procedure di licenziamento.

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