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venerdì 22 Novembre 2024
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Quell’abitudine di offrire un caffè che apre un problema solo apparentemente minore

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MILANO – Sembra che ai tempi della Rivoluzione Francese si facesse grande uso di caffè, se ne bevevano litri. Chissà se è per questo che ci furono degli eccessi. In politica come nella vita capita di dire: “con quello non prenderei nemmeno un caffè”.

E in politica come nella vita capita di invitare qualcuno a prendere un caffè. Si apre qui un problema solo apparentemente minore.

Noi siamo i detentori del record mondiale di ordinazione differenziata di caffè. Basta andare in un bar e sentire le richieste: corto, lungo, macchiato caldo, macchiato freddo, al vetro, in tazza grande, decaffeinato, marocchino, con panna e cacao, tiepido, freddo, con ghiaccio, schiumato, americano e tanti altri modi.

Poi c’e’ come berlo.

Chi lo sorseggia, chi lo beve tutto insieme, chi prima beve l’acqua, chi la beve dopo, chi lo beve amaro e chi lo zucchera, chi usa il dolcificante, chi l’accompagna con il cioccolatino. Il caffè insomma è quasi su misura per ognuno di noi. Non sappiamo che tipo di caffè prenda il Cavaliere e se ha offerto il caffè alla Moratti.

Si e’ interessato molto però ai caffè di Giuliano Pisapia, candidato sindaco a Milano. A sentir Lui lo prenderebbe addirittura coi Centri Sociali. Non ha fornito particolari su come lo degusta e questo certo non aiuta l’elettore a scegliere.

Ricordiamo al Cavaliere Presidente la nota pubblicità sul caffè che più lo mandi giù più ti tira su e gli ricordiamo anche che berne troppo rende un po’ nervosi. Chissà quanto caffè ha preso in questa campagna elettorale.

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