MILANO – Finisce un’epoca in Austria: da venerdì 1° novembre infatti è entrato in vigore il divieto di fumo in bar e ristoranti. La misura è entrata in vigore in virtù della nuova legislazione di controllo sul tabacco che ha avuto un iter lungo e tormentato. In Austria (popolazione: 8,8 milioni di abitanti), circa un quarto della popolazione fuma, contro una media europea del 18%.
L’Austria è l’unico dei 35 paesi dell’Ocse in cui la percentuale dei fumatori non sia diminuita dagli anni settanta a oggi. E anche uno degli ultimi ad avere vietato il fumo nelle scuole.
Per i locali inadempienti sono previste sanzioni da un minimo di 800 a un massimo di 10.000 euro.
In tutta l’Austria – da Vienna a Salisburgo, da Innsbruck a Graz – la fine dell’era del fumo libero nei locali pubblici è stata salutata con feste e distribuzione gratuita di sigarette.
La nuova normativa approvata dal Parlamento lo scorso mese di luglio vieta il fumo negli esercizi di dimensioni inferiori ai 50m metri quadrati, dove fino a oggi era possibile fumare senza limitazioni.
Soppresse anche le salette fumatori, di cui potevano dotarsi bar e ristoranti di maggiori dimensioni.
Unica parte politica contraria, il partito di estrema destra FPÖ, che sinché al governo aveva sempre posto il suo veto alla misura. L’uscita del FPÖ dall’esecutivo guidato da Sebastian Kurz – avvenuta lo scorso maggio a seguito di uno scandalo corruttivo – ha sbloccato la situazione
Una petizione firmata da quasi 900.000 persone ha salutato la misura affermando che l’Austria cessa di essere “il posacenere dell’Europa”.