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Lara Caballini: “Guardare al futuro non significa dimenticare il passato”

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MILANO – Un punto di vista interno a un’azienda ben conosciuta nel settore, Dersut Caffè, attraverso l’intervista a Lara Caballini, amministratore delegato di questa realtà italiana che ha fatto della qualità e della cultura del caffè, uno dei suoi punti di forza. Leggiamo l’intervento completo dal sito welfarecare.org.

Lara Caballini, la donna di Dersut Caffè

La Dersut Caffè Spa produce e distribuisce caffè. La sede è a Conegliano in provincia di Treviso. Parliamo di una realtà imprenditoriale longeva, 70 anni di attività tondi tondi. Dal 1949 la storia di una famiglia e di una città si legano indissolubilmente: i Conti Caballini di Sassoferrato rilevano la Dersut Caffè. Piccola torrefazione costituita solo due anni prima. Oggi l’azienda conta 45 dipendenti con un fatturato che nel 2018 è andato oltre i 18 milioni di euro.

E l’intervista con l’Amministratore Delegato l’avv. Lara Caballini di Sassoferrato, considerato il contesto, potrebbe iniziare con: “Ci prendiamo un caffè?”

«Lavoriamo principalmente nel Triveneto. – Così spiega Lara Caballini di Sassoferrato, Amministratore Delegato di Dersut Caffè. – Quindi, il legame con il territorio è forte. L’azienda risale a metà degli anni ’50 e a breve sarà costruita la nuova sede vicino al Centro Commerciale Conè.

Facendo un piccolo passo indietro nel tempo, nel 2010, proprio con l’intento di valorizzare il territorio, abbiamo inaugurato il Museo del Caffè Dersut. E abbiamo aperto le sue porte alla città, alla comunità, ai turisti. L’accostamento ad altre iniziative di sostegno al sociale è stato quasi naturale, la tutela della salute, la prevenzione. In questo caso del tumore al seno, è stato un avvicinamento spontaneo.

Credo che un imprenditore abbia il dovere di mettersi a disposizione della società. Tendere una mano ma è una scelta che “arricchisce” umanamente anche lo stesso imprenditore. Abbiamo accolto il sistema proposto da WelfareCare con entusiasmo, per il secondo anno aderiamo al progetto “Mammografia gratuita”. Curato dall’associazione “Prevenzione è vita”. Abbiamo acquistato un pacchetto di 36 mammografie e le abbiamo messe in rete. A disposizione di 36 donne appartenenti alla fascia di età 40-49 anni, fascia non coperta dallo screening offerto dal Servizio Sanitario Nazionale».

I numeri, il sistema WelfareCare, l’impegno delle aziende del territorio

Il tumore al seno colpisce una donna su 8 con oltre 50 mila nuovi casi all’anno. La diagnosi precoce resta tutt’ora la forma di prevenzione più efficace. Il progetto “Mammografia gratuita” si propone di includere anche le fasce di età 40/49 nell’offerta; coprendo una fascia “fragile”, ad oggi il servizio è riservato alle donne tra i 50 e i 69 anni.

Il costo della mammografia è a carico di WelfareCare grazie ai programmi di Related Marketing sottoscritti dalle aziende del territorio aderenti. Come funziona? Nel portale WelfareCare c’è una sezione riservata alla prenotazione gratuita. Confermati i requisiti, l’esame viene assegnato al centro diagnostico convenzionato più vicino, sarà il centro stesso a contattare l’interessata per concordare la data.

Sottolinea Lara Caballini di Sassoferrato

«Il nostro impegno in ambito sociale è costante ormai da molti anni. Due anni fa abbiamo aderito al progetto di Casa Fenzi, un bar solidale all’interno della Casa di Riposo per Anziani inaugurato nel giugno 2017 e realizzato in collaborazione con la società Service Vending S.r.l., con il Comune di Conegliano e l’Informagiovani per creare momenti di aggregazione e di convivialità.

Il bar è diventato anche un volano di occupazione

Per gestirlo, infatti, serve personale. Come donna e come imprenditrice ho accolto con entusiasmo il sistema proposto da WelfareCare. Non è scontato che tutte le donne possano pagare la mammografia. Oppure che possano “permettersi” economicamente di fare prevenzione.

Una scelta pienamente condivisa con mia sorella Giulia, Responsabile Marketing, e con mio padre Giorgio, Presidente del Consiglio di Amministrazione e Amministratore Delegato, presente in azienda dal 1971.

La storia di Dersut segue tre generazioni familiari

Destinate a protrarsi anche nei prossimi decenni. La nostra è fortunatamente una realtà imprenditoriale solida, abbiamo un portafoglio di quasi 4000 clienti nel settore Horeca. Inoltre, ci stiamo espandendo e stiamo sviluppando mercati esteri per portare il nostro caffè nel mondo. Abbiamo clienti in Germania, Croazia, Albania; Austria, Repubblica Ceca, Olanda; Romania e Spagna. Ma principalmente il nostro raggio d’azione è il mercato italiano.”

Gli ultimi due decenni rappresentano gli anni dell’innovazione

Continua Lara Caballini: “Nel 2002 viene aperta la prima Bottega del Caffè Dersut, dalla quale prendono vita negli anni successivi altre tipologie di caffetteria monomarca: Caffetteria Italiana Caffè e Giornale & Caffè. Nel 2012 viene invece messo in commercio per la prima volta Caffè Light. Il decerato digeribile divenuto fiore all’occhiello dell’azienda. Dal quale prende il nome la quarta tipologia di caffetteria monomarca Dersut.

Guardare al futuro non significa dimenticare il passato

Come ho già accennato, nel 2010 abbiamo costituito il Museo del Caffè a Conegliano, il racconto di una storia d’azienda, di settore e di città: 600 metri quadrati, quattro sezioni e una sala degustazione e formazione: il Museo del Caffè Dersut è un percorso alla scoperta dell’espresso».

L’esposizione, intitolata “…Dalla pianta alla tazzina, viaggio nella storia del caffè”, trasporta il visitatore lungo l’intera filiera, dal chicco alla tazzina, passando attraverso le macchine che hanno reso l’espresso quello che è oggi. La struttura stessa merita una visita: si tratta di un edificio storico, situato nei pressi dell’azienda. L’ex essiccatoio Bozzoli, realizzato negli anni Trenta, è un perfetto esempio di archeologia industriale, intrecciato alla storia di Conegliano.

Sul fronte della produzione, Dersut compie passi lunghi e si rinnova continuamente. Creare miscele dal gusto unico, capaci di soddisfare le attese e i palati più esigenti è da sempre il principio ispiratore della filosofia Dersut.
Tutte le varietà di caffè vengono importate direttamente, i raccolti selezionati con cura e la produzione rinnovata costantemente investendo nella tecnologia, autentico punto di forza del marchio.

Ecco che nascono miscele da consumare al bar, a casa e le miscele speciali

Non Plus Ultra, miscela 100% delle sole varietà più pregiate e selezionate di caffè Arabica naturali e lavati, con retrogusto “cioccolatato”, pan tostato, sentori floreali e fruttati di agrumi, vincitore del premio Gold Medal 2016.

La miscela Oro (vincitrice della Gold Medal 2014 e 2018), Arancio, Selezione del Conte. Che, insieme anche al Non Plus Ultra, hanno ottenuto il Certificato di Qualità rilasciato dal Gruppo Italiano Torrefattori Caffè. Nonché l’attestato di qualità dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano.

Il già citato Caffè Light Dersut, realizzato con le migliori miscele, torrefatto – decerato, reso perciò più leggero al palato e più digeribile; le cere, sostanze presenti sulla parte corticale del chicco, possono causare disturbi digestivi in soggetti particolarmente sensibili e nei forti consumatori.

Poi il Dersut Bio, provvisto della Certificazione Biologica Bios. Una miscela 100% biologica e 100% arabica, che va in contro all’esigenza di un consumatore sempre più informato e attento non solo al gusto, ma anche all’ambiente che lo circonda. La convinzione di Dersut è che un prodotto di qualità possa essere apprezzato solo in un contesto armonico e rispettoso della natura. Partendo da questo presupposto, Dersut è stata una tra le prime torrefazioni in Italia a scegliere tecnologie che riducessero l’impatto della propria attività sull’ambiente.

Conclude Lara Caballini di Sassoferrato

«Il nostro impegno va oltre la produzione e la distribuzione del nostro caffè. Mio padre, Giorgio, come Presidente onorario del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè e come Presidente del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale. Costituito a Conegliano nel settembre 2014, da tempo persegue.

In collaborazione con altri lungimiranti imprenditori del comparto caffè (torrefattori, produttori di macchine da caffè e macinadosatori) e con importanti associazioni del settore (citiamo, fra tutte, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi), l’obiettivo di ricevere il riconoscimento Unesco dell’espresso italiano “tradizionale”. Che ha appena ottenuto un grande risultato da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo. Ovvero l’inserimento del caffè espresso, secondo la tradizione veneta, nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat).

Inserimento, questo, prodromico per la candidatura a patrimonio immateriale dell’umanità del nostro espresso italiano. A ciò si aggiunge l’obiettivo altrettanto ambizioso di ampliare la nostra visione con i diversi settori merceologici. Per questo facciamo parte di un gruppo di sostenibilità di Assindustria Venetocentro Imprenditori Treviso Padova.

Da ottobre 2018 Dersut ha ottenuto l’adesione ufficiale alla prestigiosa rete “Museimpresa”, Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa

Nata nel 2001 e supportata attivamente da Assolombarda e Confindustria. Davanti ad una tazza di caffè si possono fare un mare di cose…».

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