MILANO – I paesi esportatori intendono puntare sulle etichette di qualità per i caffè torrefatti all’origine. L’idea è tra quelle proposte durante i lavori del Forum mondiale dei produttori di caffè, che si è svolto nella città brasiliana di Campinas il 10 e 11 luglio. Una due giorni di intensi dibattiti e vibranti interventi, che ha riproposto, in tutta la loro drammaticità, gli annosi problemi strutturali del mercato e della filiera del caffè. Senza avanzare però soluzioni nuove.
E alcune delle idee emerse nelle trattazioni – come il fondo per il caffè, il floor price o le limitazioni all’export – sembrano essere state lanciate soprattutto per catturare l’attenzione dei media, più che in un’ottica concreta. Perlomeno nel contesto attuale.
Chi ha parlato al Forum mondiale
Nella line-up degli oratori personaggi di assoluto spicco. Ne citeremo alcuni. Dal direttore esecutivo dell’Ico José Dauster Sette al professor Jeffrey D. Sachs; dalla direttrice esecutiva della Global Coffee Platform Annette Pensel al noto studioso ed esperto di marketing Carlos Brando.
Presenti i massimi responsabili delle associazioni di vertice dei produttori e dell’industria del caffè del Brasile. In particolare, il ceo del Consiglio Nazionale del Caffè del Brasile (Cnc) Silas Brasileiro, il direttore esecutivo dell’Associazione dell’industria del caffè (Abic) Nathan Herszkowicz e la direttrice esecutiva dell’Associazione dei caffè speciali (Bsca) Vanusia Nogueira.
Per la Colombia erano presenti il direttore generale della Federazione nazionale dei produttori Roberto Vélez Vallejo e Juan Estebán Orduz, presidente della filiale nord Americana della stessa Federazione.
L’Italia era rappresentata da Anna Illy, Chief Ethics Officer di illycaffè. Per il comparto africano c’era Fred Kawuma, segreatario generale dell’Organizzazione interafricana del caffè.
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