BINASCO (Milano) – Il commento del Direttore dell’Università del caffè Illy, Moreno Faina, alla ventisettesima finale del concorso Maestri dell’Espresso junior. Appena conclusa presso la sede della Mumac Academy di Binasco. Che hai coinvolto 16 finalisti da tutta Italia.
Faina è stato presente anche all’edizione 2019 del concorso
Come gli altri anni, sono stati coinvolti i docenti: com’è andata?
Inizia Faina: “Abbiamo avuto anche quest’anno la conferma dell’utilità della nostra azione che parte sempre a settembre, con la convocazione di tutti gli Istituti. Un’operazione che coinvolge in primo luogo i docenti.
Per cui, abbiamo proceduto a riunire i professori che hanno dato la loro adesione. Da qui, abbiamo lavorato a 4 mani con i formatori di LaCimbali da una parte. E dall’altra, con quelli dell’Università del Caffè illy.
Insieme, abbiamo quindi promosso la formazione dei docenti. Augurandoci che poi questi ultimi, a loro volta, avrebbero trasmesso le competenze acquisite agli studenti. ”
Un cambiamento rispetto ai primi anni
Continua Faina: “Durante i quali ci eravamo concentrati solo sulla didattica diretta agli studenti. Ma ci siamo presto resi conto che avesse un senso maggiore curare la filiera in modo più esteso. Così da creare un percorso coerente. Andando a instaurare un circolo virtuoso. Questo meccanismo è diventato efficiente, ha ottenuto diversi risultati positivi.
Ci auguriamo adesso, che diventi un format man mano più di successo. Ci aspettiamo negli anni una maggiore adesione dai docenti. Infatti, vogliamo stimolare un coinvolgimento ancora più ampio di altri presidi e delle realtà scolastiche.
Sensibilizzare gli Istituti verso una consapevolezza più solida rispetto alle esigenze delle aziende. Sappiamo che è un processo lungo, non sempre scontato nella scuola pubblica.
Cerchiamo di ottimizzarlo. Lavorando in sinergia con chi è già disposto a cambiare punto di vista.”
C’è stata quindi una maggiore partecipazione da parte dei docenti, riscontrata nel tempo?
“Sì. È migliorata nel tempo e questo lo si può già vedere oggi. Credo però che non ci sia ancora un’adeguata sensibilizzazione per ciò che riguarda gli Istituti in sé. Mi spiego meglio: ancora ci troviamo di fronte a uno spirito individuale del singolo docente. Ci
piacerebbe invece che ci fosse un allargamento radicato, come se fosse una base comune da cui partire. Piuttosto che ancora sentirci un’élite fatta dei soliti docenti, che partecipano anno dopo anno.
I professori che sono stati ricettivi e che poi hanno portato avanti la formazione, sono quasi sempre gli stessi. Noi vorremmo andare oltre e ampliare le fondamenta di questo processo.”
Parliamo quindi di competenze: i docenti sono i primi a doversi aggiornare. Durante gli anni, c’è stato un upgrade dalle competenze di partenza?
“Credo che si assista a una crescita generale. Gli studenti sono sicuramente migliorati: stiamo vedendo performance meno emotive. Ma questo parte da una migliore preparazione degli stessi docenti. Che hanno frequentato più sessioni didattiche. Questo fatto, ha determinato alla condivisione di una conoscenza più solida e di base.
Di fronte a ciò, tutti dovrebbe esser ancor più stimolati a uscire dai limiti dell’élite di professori pronta all’aggiornamento. Per coinvolgere un pubblico più ampio. Gli stessi docenti che partecipano hanno dato dei buoni feedback. Eppure ancora manca una rete ampia e solida su cui contare. ”
L’offerta didattica: quest’anno c’è stata qualche novità che magari comprenda l’insegnamento di alcune nuove tendenze come quella dello specialty?
“L’offerta didattica è stata strutturata considerando una visione solida ed estesa, un discorso più ampio. legata alle tecniche di base dei pubblici esercizi più comuni, dove vengono devono venir preparati caffè e cappuccini eccellenti.
Ovvero: c’è la necessità innanzitutto di esser pronti sulle tecniche base. Bisogna dare la priorità alle competenze più basilari. Per cui, prima di arrivare allo specialty, vorremmo che ci fossero delle fondamenta solide.
Spesso questa tecnica è limitata manca e/o non è approfondita. Il messaggio che vogliamo lanciare agli operatori del domani è proprio questo. Tant’è che, l’idea di quest’anno, di dedicare uno spazio alla comunicazione, allo sviluppo di una tematica progettuale, è ispirata allo stesso principio.
Le basi, prima di tutto per aprire e gestire un locale.”
Con Faina, giungiamo quindi alla novità dell’edizione 2019
L’esposizione di fronte a una giuria di giornalisti, di un proprio progetto. Per un locale e un evento sponsorizzati sui social.
“I social ovviamente sono a disposizione di tutti. Però sono un’arma a doppio taglio: si può subire questa potenza oppure sfruttarla. Lo strumento deve esser contestualizzato, meditato e orientato in maniera efficace. Abbiamo quindi lanciato la sfida a questi ragazzi. Che conoscono bene i social, ma non sanno magari come impiegarlo per un progetto professionale.”