CAGLIARI – Non è passata inosservata l’intervista che Luca, un barista di Cagliari ha concesso al quotidiano Casteddu On Line. Intervista in cui sottolineava, tra le altre cose, la scarsa propensione dei baristi italiani a imparare le lingue straniere. “All’estero tanti giovani baristi conoscono molte lingue, ecco perché non sappiamo accogliere bene i turisti”.
Si è aperto così un acceso dibattito tra i lettori di cui riferisce Paolo Rapeanu. “Quando vado all’estero invece mi rendo conto di quanti ragazzi europei, al contrario, non solo conoscono l’inglese ma spesso conoscono una seconda lingua! Siamo i peggiori nel mondo in questo senso, ma si sa a volte basta un sorriso! C’è de prangi attrughé”, scrive, mischiando italiano e sardo, il lettore Paolo S.
Maurizio V. sostiene il contrario: “L’importante è conoscere bene l’italiano gli inglesi che vengono in Italia imparino l’italiano”. Mentre Ivy M. lancia un consiglio: “Appunto, segui un corso di inglese che è meglio, i sorrisi non bastano anche se sono indispensabili”.
Altro parere è quello di Maurizio M.: “Non basta. Cagliari ormai è una città turistica, e l’inglese dovrebbe essere obbligatorio per chi ha contatto col pubblico. Bisogna prepararsi, essere all’altezza di svolgere bene il proprio lavoro ed essere efficaci nella comunicazione con la clientela. Dai sondaggi sulla qualità dei servizi emerge infatti una certa approssimazione dovuta alla non conoscenza delle lingue”.