MILANO – Un altro lunedì che sa di caffè ed è al femminile, in compagnia di Gaia Aurora Olmedo. Co-fondatrice assieme a Luca Palazzi, della caffetteria specialty di recente apertura a Roma, Fax Factory.
Che cos’è per lei il caffè?
“Il caffè prima di tutto è un ricordo. Mio padre è argentino e a casa mia si è sempre bevuto caffè filtrato. Siamo stati sempre alla ricerca di un buon caffè. È una bella abitudine per me ed è un momento di condivisione del proprio tempo. Per stare assieme in ogni occasione.
Per me è proprio una questione culturale, quella di star seduti per una mezz’ora, prendere del tempo per sè. Da accompagnare o con del buon Mate (bevanda di condizione Argentina che ho anche al Fax) o con del caffè filtro.
Potrebbe descriverci il suo mestiere?
“Mestiere? Non direi. È una passione che ho sempre avuto assieme al bere bene e al mangiare cose buone. Approfondisco tutto ciò che mi piace e che mi appassiona.
Per me Fax Factory, assieme ai miei colleghi, è innazitutto la ricerca di cose belle. Un’attività che avviene quotidianamente. Abbiamo voluto una Factory per avere l’opportunità di fare ciò che ci piace.”
Quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale?
“Più o meno quattro anni fa. Dopo aver incontrato altre persone con la mia stessa passione e che mi hanno avvicinata al mondo dello specialty. Nel mio piccolo, ho sempre voluto bere buoni caffè. Per cui, quando ho scoperto tutto questo universo attorno a me, ancora molto di nicchia, mi sono detta: «Perfetto! Voglio che sia il mio lavoro ora».”
È stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?
“Sono stata fortunata nel fare della mia passione il mio lavoro e di aver trovato il mio collega e amico Luca con il quale condividerlo.”
C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?
“Aprire un’attività come ben si può immaginare, non è facile. Sapevo sin dal principio delle difficoltà che si sarebbero presentate. Ma eravamo pronti nel limite del possibile a superare ogni ostacolo.”
Che cosa direbbe a quella se stessa del passata, in difficoltà?
“Che nella vita, di difficoltà, ce ne sono spesso e volentieri. E soprattutto in questi anni, in questo mondo, è dura per noi ragazzi che vogliamo provare. Ma ne vale sempre la pena. Per cui è necessario stringere i denti, farsi forza con i propri compagni di avventura, e portare a casa il risultato.”
E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?
“Che essere protagonisti serve poco e niente. Si deve riuscire a fare della propria passione il proprio mestiere, lavorando sempre sodo. Aggiornandosi di continuo e restando aperti alle collaborazioni con gli altri colleghi del settore.”
Descriverebbe la sua giornata tipo?
“Mi alzo presto per aprire il Fax, lavoro sodo. Poi, quando ho tempo, come prima cosa studio il caffè. In particolare modo la tostatura ( che spero presto di riuscire ad affiancare alla caffetteria).
Mi dedico anche i miei adorati animali che sono un’altra mia grandissima passione. Ho la fortuna di potermi ritirare in una bella casa in campagna dove posso rilassare insieme a loro.”
Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?
“Non mi sento di essere affermata. Sto lavorando sodo per far bene il mio lavoro e farlo conoscere. Non si finisce mai di imparare e di conoscere. L’essere donna non ha comportato nessun tipo di difficoltà nel mio lavoro. Ho sempre trovato bellissimi colleghi.”
Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?
“Ci sono state diverse aperture negli ultimi anni riguardo le caffetterie specialty. Questo mi fa ben sperare che la strada intrapresa sia quella giusta. Che c’è tanta volontà di conoscere e che le persone sono ben disposti al cambiamento. Questo mi fa felice e mi fa sperare che sempre più questo ambito della caffetteria prenda piede nel giusto modo.”
Come intende la giornata internazionale del caffè?
“È stata una bellissima giornata di divulgazione. Ne servirebbero molte altre per portare a conoscenza effettiva del lavoro che c’è dietro una “semplice” tazza di caffè. L’ho passata lavorando e buttando giù le base per l’apertura del Fax Factory, in quel momento eravamo nel pieno delle nostre idee!”
Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?
” Sicuramente tanta cura e amore per ogni cosa che faccio per il mio lavoro. Attenzione ai mini dettagli per far risultare tutto sempre impeccabile e regalare un sorriso per ogni caffè che servo ai nostri clienti.”