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venerdì 22 Novembre 2024
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Ecco Ciurleo, autore del libro “1000 e un caffè – I molti volti di un rito sociale”

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MILANO – Il caffè è un prodotto trasversale, che unisce diversi campi al di fuori della tazzina. Non stupisce quindi l’esistenza di tanti libri che ne parlano trasformandolo nel protagonista della loro storia. Un esempio che riportiamo, esplorandolo grazie alla recensione di Giuseppe Possa, arriva dal blog pqlascintilla.wordpress.com. Con oggetto il testo di Luca Ciurleo, “1000 e un caffè – I molti volti di un rito sociale”. 

Ciurleo propone, per le Edizioni Landexplorer, una breve storia del caffè, a partire dalle leggende

Una delle più curiose chiama addirittura in ballo Maometto, che un giorno sentitosi male fu soccorso dall’arcangelo Gabriele con una pozione nera creata da Allah e al profeta tornarono le forze. Di sicuro, il caffè si affermò in Medio Oriente. Da qui, i veneziani, grazie ai loro commerci, furono i primi a farne uso e a diffonderlo in Europa nel Seicento. Da allora, è uno dei piaceri più apprezzati nel mondo.

I luoghi in cui si preparava e si sorseggiava divennero anche centri d’incontri culturali. Di diffusione d’idee, ritrovi per intellettuali e artisti di ogni epoca. Scopo di questa ricerca è proprio quello <<di fornire una doppia lettura alla “fenomenologia” del caffè. Inteso sia nel suo duplice significato di luogo dove si consuma e quindi sinonimo di bar, sia di bevanda>>.

In particolare, Ciurleo lo fa sotto l’aspetto antropologico (infatti, è laureato in Antropologia culturale ed Etnologia)

Analizzandone le ritualità di quello che si può definire un vero e proprio “culto”, soprattutto in Italia, dove, come lui scrive, «la macchina espresso rappresenta il “sancta santorum”». L’autore, poi, propone le “infinite tipologie” di questo “balsamo del cuore e dello spirito”; i “riti” attorno ai quali noi perpetriamo il senso di appartenenza alla società, al punto da immaginare impossibile una vita senza caffè.

Un’abitudine che mettiamo in pratica appena svegli, come carica per affrontare la giornata. Divenendo, nel prosieguo delle ore, occasione d’incontro e d’aggregazione sia nel tempo libero che al lavoro.

Lo studio di Luca Ciurleo, procede poi nei capitoli successivi – “Il bar, ovvero la ‘chiesa’ del caffè”, “Tra caffetteria, bistrot, McDonald’s”

Oppure “Musicalizziamo il caffè” – mettendo in luce come tale prassi sia ormai una consuetudine: «prendiamoci un caffè!» è l’invito più frequente che si può sentire ovunque. E’ in Italia, però, che si è sviluppata maggiormente la tradizione dell’espresso, tant’è che ogni regione ha sviluppato modalità di consumo e di preparazione diversi, declinati secondo gli usi e consumi locali.

Il libro è corredato anche di un’accurata bibliografia, di una sitografia e di una presentazione del professor Piercarlo Grimaldi

Già rettore dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), la cui analisi si avventura fra tradizioni (per esempio, il caffè “dul pariulin”) e innovazioni di ricette culinarie legate a questa corroborante bevanda. Il progetto grafico di copertina è di Barbara Visca.

Nel video la presentazione del libro al Milano coffee Festival

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