MILANO – Dodici volte il giro della Terra, ossia un totale di 480 mila chilometri: più della distanza tra la Terra e la Luna. È la lunghezza che otterremmo se mettessimo in fila tutte le capsule esauste di caffè gettate in discarica ogni anno in tutto il mondo, secondo un recente calcolo. Delle conseguenza ambientali del consumo di caffè in capsula si occupa il numero di maggio della rivista il Salvagente.
Che porta in copertina l’inchiesta dedicata a “I segreti del caffè” puntando i riflettori sulle marche più vendute di caffè porzionato.
Salvagente: sotto la lente del mensile, ci sono le capsule
L’impatto ambientale è solo una parte dell’inchiesta, che ha testato le capsule andando a vedere cosa contengono. E sottoponendo poi il campione di caffè alla prova organolettica.
Bisogna dire subito che tutte le marche analizzate sono state promosse. Il consumo di capsule, spiega il direttore Riccardo Quintili, si è imposto anche nella patria del caffè qual è l’Italia e ha conquistato quattro italiani su dieci.
Il mensile ha valutato le capsule di caffè intenso di undici marche diverse, le più vendute.
Scrive Quintili: “Le risposte che abbiamo ottenuto sono decisamente tranquillizzanti. Innanzitutto perché assolvono le capsule dal sospetto che possano cedere molecole potenzialmente tossiche. Né ftalati, né bisfenolo sono stati rintracciati nelle bevande che abbiamo analizzate.
Nessuna ombra, insomma, sul fronte sanitario per questi contenitori, anche se non si può certo dire la stessa cosa sul versante dell’impatto ambientale. Cioè dei tanti rifiuti che finiscono per creare e che ancora finiscono in gran parte nell’indifferenziata.
Per restare sul piano della sicurezza alimentare, buone notizie anche dal punto di vista dei pesticidi: per una volta nei nostri test, non è stata trovata alcuna traccia nelle polveri esaminate”.
Disco verde anche per acrilammide e furani. E “nessun difetto” alla prova organolettica. Caffè promosso, dunque.
Più problematico invece l’impatto ambientale
anche perché poche aziende hanno abbandonato il mix di plastica e alluminio delle capsule. Anche nel test fatto dal mensile, su undici marchi sei presentano capsule non riciclabili, tre sono riciclabili svuotandole, due sono compostabili. Nespresso, racconta il Salvagente, punta sul riciclo e vuole diventare “entro il 2020 la prima azienda ad utilizzare 100% alluminio di origine responsabile.”
Ma attualmente i consumatori non riescono a riciclare bene questi prodotti, sostiene il Salvagente.
Spiega ancora il mensile: “Resta il fatto che ancora oggi, in Italia, per i patiti di Nespresso restano solo tre possibilità: gettare le capsule che consumano nell’indifferenziata; esercitarsi nella complicata separazione della parte in alluminio dai residui della polvere; mettere da parte le capsule e consegnarle nei punti vendita monomarca”.
In Italia gli amanti del caffè in capsula sono tanti: si stima che si consumino un miliardo di capsule l’anno e che 12 mila tonnellate finiscano in discarica. Ma i dati sono di qualche anno fa e sicuramente vanno aggiornati alla luce dei boom dell’espresso porzionato.