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venerdì 22 Novembre 2024
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L’appello di Fabio Verona: “Baristi pretendete di diventare “veri chef del caffè”

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Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – Fabio Verona torna su queste pagine un po’ alterato: lo sfogo del professionista del caffè rispecchia il malcontento di molti altri operatori di livello. Che quotidianamente si impegnano per mantenere la qualità della bevanda al primo posto. Una scelta che va di pari passo con la formazione e l’aggiornamento costante. Leggiamo quindi le stesse parole dello chef del chicco, dal suo blog arabica100per100.com.

Verona accende gli animi del settore

Ebbene si! Da chef quale sono, continuo a non riuscire ad accettare che ci siano tantissimi baristi (e alle volte anche qualche cuoco…) che da anni lavorano con estrema superficialità!

Lo avevo già scritto qualche tempo fa… poi mi sono impegnato nell’essere più positivo, nel cercare ciò che di buono c’era nei sedicenti “professionisti” che incontravo sul mio cammino, ma quando la misura è colma, devo nuovamente svuotare un po’ il vaso!

Davvero, non capisco come ci si possa definire dei professionisti nel proprio mestiere quando:

non si conosce minimamente la materia prima che si tratta. (e non intendo solo conoscere le origini dei caffè che compongono la miscela, che già sarebbe molto…); non si hanno le basi tecniche sul funzionamento delle attrezzature che si utilizzano (grinder e macchina espresso, non “caccia F35” di ultima generazione…);

Si continua ad avere la presunzione che il cliente non capisca nulla

E quindi gli si può rifilare qualsiasi ciofeca che tanto va bene lo stesso ( e qui un po’ di colpa la hanno i clienti che non si lamentano…) E purtroppo queste situazioni non capitano solo relativamente al piccolo bar di paese, ma anche ai super locali di grandi catene!

Io vi sfido

Andate a mangiare da qualche parte, anche nel più infimo dei locali, chiedete una pastasciutta al pomodoro, se ve la servono scotta, oppure salata, oppure con il sugo che sa di bruciato, ditemi se non chiamate il cameriere e vi lamentate… e il più delle volte vengono porte delle scuse, il piatto portato via e rifatto e talvolta, viene fatto lo sconto.

Assicuro inoltre che il cuoco in cucina si sente le sue…!

Perché si diventa automaticamente baristi aprendo un bar?

Perché il barista, che è davanti al cliente, non sente la stessa responsabilità che ha uno chef. E si permette di “cucinare” in portafiltri sporchi, con tempi di estrazione sbagliati; con attrezzature che non è capace di controllare e che normalmente alla lamentela del cliente risponde con le fatidiche frasi “ Eh, sarà che è cambiato il tempo”; oppure “Mi scusi ma ho appena cambiato il caffè’” senza poi ovviamente essere in grado di risolvere il problema!

Sì, sono proprio arrabbiato

Perché questo denota una scarsa, davvero scarsa, considerazione della propria persona e della propria professionalità!

Baristi, tirate fuori gli attributi, pretendete di diventare “veri chef del caffè” .

“Clienti, diventate “clienti consapevoli”, informatevi

(anche già solo leggendo questo blog), e pretendete qualità dai vostri baristi, siate disposti a pagare qualcosa in più in cambio di una tazzina di espresso di qualità, ben fatta e ottenuta con un caffè di pregio!

… beh, mi sono sfogato, sto meglio… magari qualche barista si sentirà tirato in causa, bene! Spero che questi baristi che si riconoscono nelle mie descrizioni, trovino il coraggio di andare sul sito della Sca; di rivolgersi a un trainer autorizzato e informarsi per un corso di aggiornamento… probabilmente sarà uno dei migliori investimenti della loro carriera!

Buon espresso a tutti!

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