NEW YORK (Stati Uniti) — È stata lanciata ieri, 20 marzo, dalle Nazioni Unite la settima edizione dell’annuale World Happiness Report con la classifica dei 156 Paesi valutati in base alla percezione della felicità dei propri cittadini. È di nuovo la Finlandia il Paese più felice del mondo: questo è quanto emerge dai dati raccolti dal 2016 al 2018 dalla società di consulenza e statistica Gallup.
E si riconferma questa curiosa coincidenza, da noi evidenziata anche in passato, che fa sì che i paesi nordici, massimi consumatori mondiali (pro capite) di caffè, siano anche i paesi “più felici del mondo”. Il nesso non è diretto e immediato. Ma è innegabile che la felicità di questi paesi dipenda anche da una dimensione della convivialità e della condivisione di cui la cultura del caffè è un riflesso importante.
Redatto da Jeffrey Sachs, John Halliwell e Richard Layard, con il supporto di diversi ricercatori indipendenti, il rapporto è stato prodotto dal Sustainable Development Solutions Network (SDSN) in partnership con la Fondazione Ernesto Illy.
Italia sale di 11 posizioni
Nella top ten si ritrovano i Paesi che già gli scorsi anni hanno occupato i primi posti della classifica: seguono la Finlandia nell’ordine Danimarca, Norvegia, Islanda, Olanda, Svizzera, Svezia, Nuova Zelanda, Canada e Austria. L’Italia è al 36esimo posto, in netta salita rispetto al 47esimo posto dello scorso anno.
Il rapporto analizza l’evoluzione dei livelli di felicità registrati dal 2005-2006, anno in cui Gallup ha iniziato a raccogliere i dati e risultano di più i Paesi che hanno acquisito posizioni rispetto a quelli che le hanno perse.
Il livello di felicità è in calo
In generale, però, tenendo in considerazione la crescita della popolazione, il livello di felicità nel mondo è calato negli ultimi anni. È aumentato il livello di “emozioni negative”, tra cui preoccupazione, tristezza e rabbia, specialmente in Asia e Africa, ma più recentemente anche altrove.
Tra i 20 Paesi che hanno acquistato più posizioni rispetto ai dati 2005-2008, 10 si trovano in Europa Centrale e Orientale, 5 sono nell’Africa subsahariana e 3 in America Latina. I 10 Paesi con il più marcato declino sono quelli in cui ci sono state combinazioni di fattori economici politici e sociali negativi: i cali più marcati sono stati in Yemen, India, Siria, Botswana e Venezuela.
Il rapporto tra felicità e comunità
Il World Happiness Report quest’anno si concentra sulla relazione tra felicità e comunità, come la felicità si è evoluta negli ultimi 12 anni, con uno speciale focus sulla tecnologia, le norme sociali, i conflitti e le azioni di governo che hanno condotto a tali cambiamenti. Uno dei capitoli del rapporto in particolare si concentra sulla generosità e la partecipazione degli individui alla società, per dimostrare quanto la partecipazione elettorale, i big data, l’uso di Internet e le dipendenze incidano sul livello di felicità percepito.
“Il mondo sta cambiando molto velocemente”, ha detto il professor John Helliwell co-autore del rapporto. “Il modo in cui le comunità interagiscono tra loro, nelle scuole, negli ambienti lavorativi, nei vicinati o nelle interazioni sui social media ha degli effetti profondi sulla felicità nel mondo”.
Andrea Illy: “Viviamo in un momento di transizione”
“Viviamo un momento di transizione verso una nuova era e questo genera un senso di incertezza”, ha commentato Andrea Illy, Presidente di illycaffè e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ernesto Illy. “La felicità sociale è quindi sempre più rilevante, per dare prospettive positive e guardare con fiducia sul presente e sul futuro”.
Il capitolo scritto dal professor Jeffrey Sachs, direttore del Sustainable Development Solutions Network, si concentra sull’epidemia di dipendenze e infelicità degli Stati Uniti, un Paese che nonostante la sua ricchezza ha visto crollare il livello di felicità dei propri cittadini.
Le dipendenze rendono infelici
“Il rapporto di quest’anno fornisce una serie di elementi che dovrebbero far riflettere su quanto le dipendenze stiano causando infelicità e depressione negli Stati Uniti”, ha detto Sachs. “Le dipendenze possono essere di vari tipi: dall’abuso di sostanze al gioco d’azzardo, fino all’utilizzo incontrollato dei media digitali. L’uso compulsivo di sostanze e comportamenti di dipendenza stanno causando grave infelicità. I governi, le comunità e le aziende dovrebbero utilizzare questi indicatori per mettere in pratica nuove politiche finalizzate a superare queste fonti di infelicità”.
Secondo il professor Sachs, “il World Happiness Report e il Global Happiness and Policy Report offrono ai governi mondiali e ai cittadini l’opportunità di ripensare le politiche pubbliche e le scelte di vita individuali al fine di migliorare il livello di felicità e benessere dei singoli. Siamo in un’era di tensioni crescenti ed emozioni negative, come dimostrato dalla ricerca, e questi risultati fanno emergere questioni urgenti che devono necessariamente essere affrontate”.
Il World Happiness Report 2019 include i seguenti capitoli:
- Capitolo due: I cambiamenti della felicità del mondo, di John Helliwell, Haifang Huang e Shun Wang. Il capitolo presenta la classifica dei Paesi stilata secondo i dati emersi dai sondaggi Gallup, supportati da dati globali raccolti a partire dal 2006. In questo capitolo viene inoltre dimostrato come la qualità dei governi nazionali e le varie forme di conflitto hanno influenzato queste valutazioni.
- Capitolo tre: Felicità e voto, di George Ward. Qui la relazione valuta se una popolazione più felice è più incline a votare, a supportare i partiti al governo o partiti di natura più populista.
- Capitolo quattro: Felicità e comunità, l’importanza della partecipazione sociale, di Lara Aknin, Ashley Whillans, Michael Norton e Elizabeth Dunn. Il capitolo dimostra che la partecipazione e l’impegno sociale generalmente sono legati a un aumento dei livelli di felicità e identifica le condizioni e situazioni in cui questo stato emerge più chiaramente.
- Capitolo cinque: Il triste stato della infelicità negli Stati Uniti e il ruolo dei Digital media, di Jean Twenge. Il capitolo documenta l’aumento del tempo che gli adolescenti americani passano interagendo con strumenti elettronici, presenta evidenze del fatto che questo abuso ha sottratto tempo ad attività di maggior beneficio e può aver contribuito all’aumento del livello di ansia e al declino di felicità.
- Capitolo sei: Felicità e Big data, di Paul Frijters and Clément Bellet. Gli autori si domandano se i big data siano positivi o negativi, vecchi o nuovi, se possono essere utili per capire i trend riguardanti la felicità e che tipo di regolamentazione servirebbe perché siano di aiuto e non nocivi.
- Capitolo sette: Dipendenze e infelicità negli Stati Uniti, di Jeffry Sachs. Il capitolo analizza i comportamenti legati alle dipendenze e fa un quadro della situazione negli Stati Uniti, considerando diverse cause e cure possibili.
Cresce l’interesse per il Report
Nel presentare questi risultati, il coautore John Helliwell ha notato che “in questi sette anni, dalla prima edizione del World Happiness Report, l’interesse e la qualità dei lettori sono aumentati progressivamente.
Inizialmente i lettori consultavano principalmente la classifica dei Paesi; ora vediamo un crescente interesse nell’utilizzare i dati e le analisi per capire come rendere scuole, case, ambienti di lavoro e comunità dei luoghi più felici e come utilizzare le ricerche per una reale proposta di miglioramento”.
Il World Happiness Report, prodotto dal Sustainable Development Solutions Network (SDSN) con il prezioso supporto della Fondazione Ernesto Illy, è redatto dal professor John F. Helliwell dell’University of British Columbia and the Canadian Institute for Advanced Research; dal Professor Richard Layard, condirettore del Well-Being Programme presso il Centre for Economic Performance della LE; e il professor Jeffry Sachs, direttore del SDSN e del Center on Sustainable Development dell’Earth Institute.
Collegato al World Happiness Report, è stato pubblicato anche un altro volume dal titolo Global Happiness Policy Report 2019.
Il rapporto è scaricabile al sito http://worldhappiness.report/.