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venerdì 22 Novembre 2024
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E con il progetto Wascoffee l’economia circolare entra in una caffetteria dell’aeroporto

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LINATE (Milano) – Sono passati circa due anni dal momento dell’ideazione del progetto sostenibile Wascoffee, da parte di Autogrill. Adesso è diventato realtà attraverso la creazione di un materiale innovativo prodotto dagli scarti di caffè, 50 per cento fondi di caffè e 50 per cento farina di legno. Assemblati senza l’uso di collanti o resine. I fondi di caffè sono raccolti dai diversi punti vendita della catena. In seguito lavorati per esser convertiti in pannelli, che a loro volta serviranno a comporre nuovi arredi per gli stessi locali del gruppo.

Possiamo quindi parlare di un progetto di ‘open innovation’ che ha colto un’occasione per riciclare una delle materie prime che più rappresentano l’attività di Autogrill. Infatti, arrivano a 110 milioni le bevande con il caffè come base, che sono servite nei punti vendita soltanto in Italia. Mentre nel mondo, addirittura 310 i milioni di tazze e tazzine, contando i brand e i concept in licenza.

Wascoffee partner del progetto

La realizzazione di questo piano è frutto della partnership tra Autogrill e CMF Greentech, appendice del gruppo Cmf Technology, che ha la sede ‘pilota’ a Cavezzo (Modena). Ed è specializzata nella produzione di materiali eco-sostenibili. Ha messo a punto e brevettato un prodotto 100% naturale e riciclabile utile per la realizzazione di elementi di arredo di eco-design.

Invece, Costagroup si è occupata del progetto e della realizzazione degli arredi. Infine, il dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano ha sviluppato con Autogrill la pianificazione per utilizzare questo nuovo materiale a livello nazionale e internazionale.

La presentazione all’aeroporto di Linate

Silvio De Girolamo Autogrill
Silvio De Girolamo Chief risk management sustainability executive di Autogrill

Silvio De Girolamo. “Siamo qui per spiegare bene innanzitutto da dove siamo partiti e perché ci occupiamo di sostenibilità come azienda. Ormai dieci anni fa, abbiamo portato avanti l’idea di creare dei laboratori di innovazione per immaginare il nostro futuro. Per questo, abbiamo chiamato “A future” ciò che all’inizio era solo nato come officina innovativa. La stessa che più avanti è diventata un po’ il nostro framework completo per quanto riguarda la sostenibilità. Il nostro ombrello che lega tutto ciò che vogliamo portare a termine da questo punto di vista.

Quando parliamo di sostenibilità lo facciamo in quanto approccio rispetto alla nostra attività. Per noi significa semplicemente prendersi cura e fare meglio quello che stiamo già facendo. Prendersi cura dei collaboratori, delle persone che poi dialogano direttamente con i nostri consumatori.

Vuol dire ripensare ogni volta che ciò che si sta già facendo e che può esser fatto ancora meglio. All’interno di questa continua riflessione, che fa parte del nostro modo di essere impresa, noi ci occupiamo in modo particolare di tre aree strategiche. Una è quella che chiamiamo “A Future people”, ovvero quella che facciamo per le persone e i collaboratori del nostro gruppo.

L’altra è “A future product”, ovvero tutto ciò che noi attuiamo per innovare la nostra offerta commerciale dal punto di vista della sostenibilità; infine, “A Future planet”, che riguarda tutto ciò che noi facciamo per l’ambiente.

All’interno di questo progetto di “A Future” per la sostenibilità, ci occupiamo anche di fare meglio ciò che già facciamo. Quindi abbiamo iniziato a capire quali fossero le nostre principali filiere. Tra queste, la più importante anche in termini di visibilità per i nostri consumatori, è proprio quella del caffè. E in questo campo abbiamo provato a fare meglio.

Perché è questa la cartina di tornasole in questo campo: ovvero constatare quanto sono vicine effettivamente le operazioni di sostenibilità, alle attività prevalenti dell’impresa. Se sono distanti sono un’altra cosa, come la filantropia. In che modo la nostra impresa si sta interrogando sul futuro e sul suo modo di esser innovativa e capire quanto essa sia vicina a ciò che fa tutti i giorni, è la nostra missione.

Oltre alle principali filiere abbiamo altri progetti che in futuro presenteremo. Siamo partiti da quella del caffè che di sicuro è la prevalente ma anche che ha maggiore percezione e sensibilità per i nostri consumatori. Un progetto che abbiamo chiamato Was Coffee, inteso come un pezzo del nostro futuro. Was coffee is a future e una parte del nostro progetto di sostenibilità. Questa è l’impostazione e la comprensione di ciò che facciamo noi in termini di sostenibilità.”

I creatori dei pannelli del World’s Coffee

Per innovare, la capacità di un’impresa di esser permeabile a quello che avviene anche attorno all’azienda stessa e riuscire a farsi contaminare. Questo è l’esempio di Cmf, presente all’evento. Che spiegherà com’è stato possibile realizzare i pannelli.

Andrea Gruppioni della Cmf
Andrea Gruppioni della Cmf

Andrea Gruppioni, direzione vendite, marketing & international development di Cmf greentech. “Abbiamo realizzato il nostro primo impianto pilota a Cavezzo, in provincia di Modena. Qui abbiamo potuto sviluppare i materiali. Le caratteristiche principali del progetto Cmf e della sua tecnologia, sono legate a due concetti fondamentali: versatilità e flessibilità. Nel senso che siamo in grado di conglomerare materiali di svariata matura, come biomasse e non solo, anche materiali minerali.

Per realizzare pannelli che possono avere una densità da 200 a 2500 per millimetro cubo. Quindi siamo in grado di produrre materiali che possono esser destinati a diverse filiere commerciali. Mi riferisco quindi all’edilizia, al mobile, all’interior design.

Con questo processo oggi stiamo attuando un progetto di circolar economy. Questo perché ritengo che il grande significato del progetto green sia di recycling e quindi comprende tutto ciò che nel giro di 20 anni dovrà far parte della nostra cultura. Almeno se vogliamo avere un approccio diverso all’utilizzo dei materiali per salvaguardare le risorse.

Con Autogrill abbiamo già in programma un line di sviluppo di materiali per metterla in condizioni di raccontare al mondo la forza della sostenibilità del Gruppo, che ha deciso di manifestarla sul campo.”

Il direttore marketing Autogrill

Ezio Balarini Autogrill
Ezio Balarini Chief marketing officer di Autogrill

Ezio Balarini: “Questo progetto per noi ha un’importanza particolare. Abbiamo addirittura depositato un marchio che stiamo promuovendo in tutto il mondo. Al di là dell’importanza della sostenibilità, Autogrill vuole promuovere un approccio nei confronti del nostro futuro.

Ci crediamo come persone e come azienda. E questa è la dimostrazione di come si possa fare innovazione con un materiale del tutto nuovo, creando qualcosa che ha significato per il consumatore e che quindi ha uno scopo preciso.

Ci tengo molto, perché questo materiale verrà utilizzato in maniera più ampio nel Gruppo Autogrill. Cerchiamo di sprecare meno, di recuperare ciò che usiamo. Non lo facciamo per un sentimento semplice di nobiltà del gesto. Lo facciamo per un motivo di business morale.”

Questo caffè oggi proviene da 4 nostri punti vendita

“Da Cantagallo, da Arda e da Secchia Est-Ovest da locali in cui noi raccogliamo il caffè. Per questa operazione Autogrill paga un operatore privato per la raccolta dei rifiuti anche se verserà regolarmente la tassa comunale per la raccolta della spazzatura.

Con un procedimento che poi va in Cmf e poi viene lavorato. Abbiamo già una capacità di produzione tale da coprire i nostri fabbisogni per buona parte dell’Europa in termini di punti vendita e di materiali.

Quindi il progetto non si limita a Bistrot e Puro Gusto, che sono stati i piloti. Verrà infatti poi esteso in altri punti vendita. Per altro lo abbiamo già applicato in Bistrot e Puro Gusto, in Turchia e in Francia. Presto anche negli Stati Uniti in un bistrot aperto a San Francisco.

Attualmente il progetto è attivo in 7 punti vendita in Italia, Francia e Turchia. Il progetto si estenderà in altri paesi ma prima è necessario superare la certificazione che attualmente è stata ottenuta in Europa e in America.

E’ un progetto che ha quindi diffusione globale, così com’è quella di Autogrill. I prossimi passi sono continuare nello sviluppare Was coffee e applicare lo stesso pensiero ad altri materiali per recuperare diversi scarti e prodotti che derivano dalla produzione Autogrill, per convertirli in materiali di costruzione o da riutilizzare all’interno dei punti vendita.

A Linate è stato realizzato particolarmente bene e si vede.”

 

 

 

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