MILANO – Continuiamo a monitorare, dopo il puntuale intervento di ieri, la situazione della produzione del caffè in Vietnam, un Paese la cui produzione di robusta influisce sui prezzi mondiali. Ecco una nuova analisi che aggiorna la situazione agli ultimissimi dati.
Secondo un sondaggio, gli agricoltori vietnamiti, primi produttori mondiali di caffè di varietà “robusta”, detengono un elevatissimo volume di chicchi invenduti, una quantità mai vista negli ultimi 4 anni, e si preparano a un raccolto da primato.
Le stime raccolte da un’inchiesta dell’agenzia Bloomberg parlano di stock pari a 120mila tonnellate, il 45% in più rispetto all’anno prima.
I produttori cercano di tenere il coloniale in magazzino in attesa di rincari, ma nella campagna appena iniziata raccoglieranno 1,7 milioni di tonnellate, il 13% più della stagione precedente.
Anche i produttori indiani stanno rallentando le vendite, mentre ancora non è chiaro l’atteggiamento in Indonesia, il terzo produttore di robusta dopo il Vietnam e il Brasile (che è invece, come è noto, al primo posto per il caffè “arabica”).
In parte il comportamento dei produttori vietnamiti si deve anche al farraginoso meccanismo utilizzato nel paese per il rimborso del 5% di tassa sul valore aggiunto, un intoppo che dovrebbe essere presto all’esame del Governo.
Nel mondo, secondo le valutazioni del Macquarie Group, il raccolto di caffè robusta nell’annata iniziata oggi salirà del 3,8%, a 65,3 milioni di sacchi da 60 kg (3,92 milioni di tonnellate), mentre la domanda è prevista aumentare dell’1,6%, a 63,8 milioni di sacchi
Fonte: First