MILANO – Un lunedì che parte con un nome femminile importante, quello di Valentina Dalla Corte. La rappresentante della più giovane generazione entrata a far parte dell’azienda, nel ruolo di responsabile di Dalla Corte Iberica. L’avevamo già conosciuta in un dialogo a due voci con Paolo Dalla Corte, oggi la conosciamo più da vicino.
Che cos’è per lei il caffè? Un ricordo, un’abitudine, un tramite?
“Associo il caffè al concetto di famiglia, non solo la mia, ma anche in senso lato. La catena del caffè. Dall’inizio alla fine è una grande comunità formata da milioni di persone, unite dalla stessa passione e linguaggio. Un senso di famiglia, di accoglienza in ogni lato del mondo tu sia.”
Potrebbe descrivere il suo mestiere?
“È difficile da descrivere in poche parole. Oggi nel nostro settore la parola chiave è vedere oltre. Il vendere si trasforma in una conseguenza del formare, la leadership si trasforma in ascoltare, lavorare con passione diventa un hobby. Adoro il mio lavoro perché mi permette di crescere ogni giorno come professionista e come persona.”
Quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale
“Come ogni teenager avevo un rifiuto per tutto quello che si dava per scontato. Come il fatto di lavorare in azienda da mio padre, una specie di ribellione. Una spinta all’autorealizzazione. Ma col passare del tempo senza neanche accorgermi mi sono avvicinata al mondo del caffè ed in men che meno me ne sono innamorata. Come si fa a non amare questa industria?!”
E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?
“E’ molto più che un lavoro è uno stile di vita. Una volta che entri in questo mondo ti travolge in pieno. Riempiendoti la vita di sapori, persone e momenti incredibili.”
C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?
“Nella mia vita ho avuto la fortuna di sempre essere supportata da persone che credevano nelle mie abilità e che mi hanno aiutato a crescere. Non ho mai avuto un fatidico momento nella quale ho pensato di non farcela. Anche se riconosco che il percorso non è sempre stato facile.
Infatti è complesso vivere in un Paese diverso, con una nuova lingua, nuove abitudini e tutto un settore da scoprire. Si cresce e ci si fa forti. Con gli anni noto che, se da una parte arriva qualche certezza in più, dallaltra, richiedo molto di più a me stessa e ciò mi rende più umile. Facendomi maturare sempre più.”
Che cosa direbbe a quella se stessa del passato, in difficoltà?
“Non mollare mai e credi in te stessa, senza dubitare dei tuoi istinti. Fidati dei tuoi compagni di viaggio perchè con loro potrai affrontare le tue paure e crescere.”
E invece, alle giovani donne vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?
“Il mondo del caffè oggi è bello perché la gente che si incontra è sempre aperta a conoscerti. Soprattutto nelle nuove generazioni non riscontro la sensazione di discriminazione dovuta al genere. Avere un’opinione, assieme alla voglia di superarsi è essenziale. Così come la dedizione e la conoscenza. Solo cosi è possibile farsi strada, uomo o donna che sia. Passione prima di tutto.”
Descriverebbe la sua giornata tipo?
“Caffè, caffè e caffè. La mia bimba. Ancora caffè, caffè e caffè.”
Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?
“È sempre difficile affermarsi in qualsiasi ambito lavorativo, a prescindere dall’essere donna. Riconosco, però che 10 anni fa era tutto molto diverso e meno aperto a riconoscere le abilità delle donne nel settore. Mai darsi per vinte.
La mia passione e amore per quello che faccio mi differenzia da altre persone, fa parte del mio dna. È qualcosa che non posso cambiare. E le mie azioni e la mia dedizione per il mio lavoro parla da sé.”
Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?
“Come dicevo, da 10 anni a questa parte ho visto cadere barriere grandissime, di pregiudizi, di persone legate a tradizioni inamovibili. Ho la sensazione che ora sia tutto nuovo, tutto da riscoprire. Non ci sono certezze, non c’è una sola forma di bere caffè. Insomma, non c’è più una sola ricetta. Tutto è possibile.”
Come intende la giornata internazionale del caffè?
“Ovviamente con un fantastico caffè in compagnia! Penso che queste giornate dedicate siano l’occasione di fermarsi, riflettere. Capire cosa possiamo fare in più per il settore e per gli altri.”
Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?
“L’attenzione al dettaglio e l’amore incondizionato per qualcosa che hai visto crescere, come un bambino. E’ una cosa che solo una donna può provare.”