MILANO – Un buon inizio settimana che parte in compagnia di una delle donne del caffè con più esperienza nel settore. L’azienda che rappresenta, giusto per dirne una, quest’anno soffia con orgoglio ben 100 candeline di successo. Parliamo della torrefazione Filicori e Zecchini, impresa fiera della sua storia e improntata su un futuro pieno di novità.
Costanza Filicori ha raccontato un po’ in che modo ha visto crescere l’attività di famiglia, regalandoci una prospettiva di una professionista che a sua volta si è evoluta al suo interno.
Che cos’è per lei il caffè? Un ricordo, un’abitudine, un tramite?
“Prima di tutto un odore, il ricordo di un odore. Da bambina non mi era ancora permesso berlo, ma mi piaceva annusarlo quando mio padre mi portava con sé a lavoro e i tostatori erano all’opera. Poi con gli anni ha assunto anche altre valenze. Ma sempre legate al mondo del piacere, del conforto.
Potrebbe descrivere il suo mestiere?
“Sono Consigliere Delegato della GiFiZe SPA e mi occupo dell’amministrazione e del mercato italiano. Dovessi sintetizzare, potrei dire che per lavoro risolvo problemi!”.
Quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale?
“Per mio padre il caffè non è mai stato un lavoro e per suo padre prima di lui. Quella stessa passione è stata trasmessa a noi. Quindi non ho mai pensato di fare altro e non perché non ne avessi la facoltà. Semplicemente perché volevo occuparmi anche io di caffè.”
E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?
“Se il lavoro coincide con la propria passione, diventa inevitabilmente una scelta di vita.”
C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?
“No, nessuno anche se certamente ci sono stati momenti in cui il carico di lavoro e responsabilità era pesante. Ma ho avuto la grande fortuna di poter contare sulla costante presenza e competenza di mio padre, che ci ha supportato con la sua grande passione e perseveranza.”
Che cosa direbbe a quella se stessa del passata, in difficoltà?
“Di essere tenace e andare comunque sempre avanti.”
E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?
“La stessa cosa, se hanno la passione per questo straordinario prodotto devono avere anche la tenacia necessaria!”
Descriverebbe la sua giornata tipo?
“Sveglia presto, sono mamma di una bimba che devo accompagnare a scuola, prima di andare a lavoro, caffè in casa fatto con la moka. Poi al lavoro, appena arrivo ho un rito, ormai consolidato, entro in sala corsi e mi preparo un espresso. Solo dopo entro nel mio ufficio e inizia quella che si spera sia un’ordinaria giornata di lavoro, ma che più spesso consiste nella gestione di qualche inevitabile grana. Lavoro per 8, a volte 10 ore, fino al ritorno a casa dove torno ad essere compagna e mamma.”
Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?
“Se devo essere sincera, io ho dovuto scardinare prima il pregiudizio di essere “figlia di” cotanto padre, che quello di essere donna. Quello del caffè, comunque, specie nell’ambito di cui mi occupo io e cioè della distribuzione, resta un mondo prevalente maschile… quindi forse qualche difficoltà maggiore per le donne fino adesso c’è stata.”
Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?
“Da quando sono arrivata in azienda molto è cambiato, sia per Filicori Zecchini, che da azienda affermata ma regionale è diventata una realtà presente in 43 paesi, che in generale nel mondo del caffè. Quando ho iniziato il caffè era l’espresso al bar, la moka a casa.
Oggi i consumi si sono diversificati: capsule, cialde, estrazioni alternative. Ma anche, per fortuna, un’attenzione sempre maggiore da parte del consumatore alla qualità. Il consumatore è più informato e sceglie con più consapevolezza e questo premia realtà come la nostra!”
Come intende la giornata internazionale del caffè? (come ha festeggiato)
“Diciamo che ho festeggiato per interposta persona, come Filicori Zecchini abbiamo partecipato a Milano Caffè, dove, in collaborazione con Fairtrade Italia, abbiamo presentato la nostra miscela fairtrade Armonia.”
Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?
“Essere multitasking, quella capacità tutta femminile di riuscire a gestire più cose contemporaneamente soprattutto in situazioni problematiche.”
La torrefazione Filicori Zecchini compie 100 anni, ci può raccontare questa lunga storia dal suo punto di vista?
“Fino a metà degli anni ’80 ho vissuto l’azienda e la sua storia attraverso i ricordi di mio padre e del suo socio, da ciò che raccontavano i nonni e chi c’era; ho respirato la loro passione, che è diventata la mia.
Sono stati anni di sfide, di cambiamenti ciclici del mercato, che hanno richiesto tenacia. Ma anche una grande capacità di adattamento, di cui per fortuna siamo stati tutti capaci!”
Gestire più marchi, pensa sia un vantaggio oppure è una difficoltà aggiunta?
“Dal mio punto di vista è stato un vantaggio, un forte stimolo a rimettersi in gioco. Filicori Zecchini era un marchio ormai vincente e affermato quando nel 2001, soprattutto per la spinta di mio padre, abbiamo deciso di fare questa scommessa e puntare su una qualità altissima.
Destinata solo a pochi locali italiani, bypassando le logiche del mercato che legavano la fornitura di caffè a finanziamenti, comodati di macchinari ecc. Ad oggi resta un forte stimolo e anche fonte di molte soddisfazioni.”
Filicori Zecchini è l’unione della passione di due famiglie: una cosa rara. Com’è stato possibile per così tanto tempo restare in armonia?
“E’ stato fondamentale il rispetto reciproco e la comune passione per il prodotto. Assieme alla ricerca costante della qualità ad ogni costo, che legava i fondatori e che lega ancora tutti noi.”