MILANO – Un intervento sui generis quello che proponiamo in apertura della settimana. Intanto che tutti gli occhi sono puntati verso Rimini, dove il Sigep riunisce le più grandi realtà del settore caffeicolo, Marzia Viotti parla delle donne, per le donne e come donna del caffè. Una che ha fatto della sua passione un lavoro che l’ha portata fuori dall’Italia, a Londra, dove trasmette ogni giorno al bancone la cultura del caffè. Proponendo una versione più contemporanea del rito italiano.
Specialista dell’espresso e non solo, ha confezionato per i lettori la storia di come una professionista del suo calibro viva la bevanda così amata nel mondo. Ma, d’altronde, abbiamo a che fare con una narratrice già rodata. Autrice infatti de “Manuale di conversazione sul caffè”, non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Durante l’International Coffee Day, molti si sono mossi per promuovere la cultura del caffè. Lei non è stata da meno. Anzi, ha portato avanti la sua conoscenza della materia all’estero, con il suo tocco femminile e accurato. Ecco come ha trascorso questo giorno di celebrazione.
Marzia Viotti racconta la sua Giornata internazionale del caffè
E’ il 1 ottobre, una giornata splendente a Londra, la meravigliosa città dove vivo da più di un anno con la mia famiglia. Mi sto preparando per l’International Coffee Day, quest’anno dedicato alle donne nel mondo del caffè. Nei giorni scorsi abbiamo organizzato i cupping che si svolgeranno durante tutta la giornata nel nostro coffeeshop-scuola nella zona di Stockwell.
Un assaggio gratuito di caffè preparato “alla brasiliana”
Per comprendere le caratteristiche sensoriali, di gusto, aroma ma anche per capire meglio la storia nascosta dietro ad ogni chicco; le mani che hanno coltivato, raccolto, lavorato il caffe’.
A giusto avviso quest’anno la giornata pone il focus sulle donne che lavorano nella coffee industry: il gender gap in questo settore è ancora molto alto. Sia riguardo alle donne che producono caffè, sia quelle che le tostano; sia le professioniste che lo estraggono e lo raccontano.
Non è stato facile trovare donne che tostano caffè, sono meno di una decina, in tutto il mondo
Anche le donne a capo di aziende che producono caffè nei paesi di origine sono poche e spesso i loro prodotti sottopagati. Difficile è anche la strada per raggiungere livelli alti nell’industria della formazione o delle competizioni. E, quando questo avviene, molto spesso le donne vengono, a pari ruolo, pagate meno dei loro colleghi maschi.
Conoscere questo meccanismo è il primo passo per poter cambiare
Così da arricchire tutta la filiera del caffè. Anche per me non è stato facile il percorso per diventare trainer ma grazie a tante persone che hanno avuto fiducia in me posso dire di poter avere ad oggi, una posizione che mi permette di essere riconosciuta come persona di valore nel mondo del caffè. Ma ancor di più ho la fortuna di condividere quotidianamente le conoscenze su questa meravigliosa bevanda.
Diventare Trainer è stato un passo naturale
Mi è sempre piaciuto nei luoghi di lavoro, condividere le conoscenze sulle materie prime utilizzate con colleghi e clienti; altresì aiutare i nuovi arrivati ad acquisire le competenze necessarie per svolgere il proprio lavoro in caffetteria in modo attento e professionale cercando di dare valore al caffè e a tutti coloro che lavorano nella sua filiera.
Londra è un mercato molto competitivo su ogni aspetto
Ma mi permette ogni giorno di crescere come professionista e come persona: credo molto nel confronto come mezzo di sviluppo personale. Così come costruire relazioni con gli altri. Credo anche che una forte determinazione ci possa aiutare a superare quei momenti di difficoltà che inevitabilmente si pongono davanti alla strada di ciascun professionista.
Tra I caffe’ scelti per il cupping
Mi ha colpito molto la dolcezza e il profumo del Guatemala San Antonio Huista – Huehuetenango, coltivato dalle incredibili donne di Red De Mujeres e tostato dalle “Girls Who Grind Coffee” Fio & Brien and Casey Lalonde. Due bravissime imprenditrici britanniche e il Costa Rica El Espino di Lot Zero. Con le sue note di pera e cioccolato, finemente tostato da Chiara Bergonzi. Una personalita’ di spicco nel mondo degli Specialty Coffee e della formazione.