MILANO – La cultura del caffè continua il suo percorso di diffusione attraverso i mezzi di comunicazione: attraverso la rete parte il primo passo di un cammino che porta la conoscenza della bevanda direttamente sotto gli occhi dei lettori. In questo modo, viene incentivato un consumo più consapevole, legato a doppio filo con la storia che hanno portato il chicco a trasformarsi in un rito, una tradizione. In questo senso, è prezioso l’articolo scritto da Laura Vincenti sul Corriere della Sera, che ha dato luce al museo della macchina del caffè che su queste pagine è comparso in più di un’occasione: il Mumac.
Un luogo da visitare non solo per gli operatori, ma anche per tutti i coffeelover della materia che vogliono dare più corpo all’intuitiva passione che li guida nel degustare un buon espresso.
Mumac: un’alternativa meno convenzionale al Mudec?
Potrebbe essere il Mumac, per esempio. I milanesi hanno riscoperto il piacere di visitare mostre e musei. Ma oltre a quelli civici e più popolari, in città e nei suoi dintorni si possono scoprire tanti musei minori, meno conosciuti. Come, appunto il Museo della Macchina per Caffè di Gruppo Cimbali, fondato nel 2012 a Binasco.
La più completa esposizione permanente interamente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso professionali.
In esposizione 100 modelli di marchi diversi che hanno fatto storia dalla fine dell’Ottocento a oggi
C’è anche la libreria: la più ampia e completa biblioteca del settore con oltre mille volumi. Questo museo è un esempio di come, attraverso la storia di un prodotto, si possa vedere come sono cambiate nel corso del tempo anche la società, la cultura del consumo e della comunicazione.
Lo stesso vale per Galleria Campari
All’interno del quartier generale del gruppo di Sesto San Giovanni: nata nel 2010, in occasione dei 150 anni di vita dell’azienda, conserva oltre tremila opere su carta; soprattutto affiche originali della Belle époque. Ma anche manifesti e grafiche pubblicitarie dagli Anni Trenta ai Settanta, firmate da artisti come Marcello Dudovich, Leonetto Cappiello; Fortunato Depero, Guido Crepax; caroselli e spot di registi come Federico Fellini e Singh Tarsem. E, ancora, preziosi oggetti vintage del mondo bar.
Sempre in tema, in via Resegone c’è il Museo Collezione Branca
Inaugurato nel 2009 nel complesso della Fratelli Branca Distillerie, dominato da una ciminiera «rivestita» con un’opera di street art. Si può scoprire la storia di questa industria milanese, nata nel 1845, ammirare oltre 500 botti in legno, dipinti, disegni; bozzetti e fotografie storiche che hanno accompagnato le campagne di comunicazione.
Se la vostra passione sono le due ruote, a Rodano, poco distante da Linate, si trova il Museo Scooter & Lambretta
Che ospita oltre 150 motocicli di epoche diverse provenienti da tutto il mondo: il cuore della collezione è costituito da numerosi esemplari di Lambretta. Popolarissimo scooter prodotto tra il 1947 e il 1971 dalla milanese Innocenti nello stabilimento di Lambrate.
Modelli che hanno fatto sognare intere generazioni si trovano anche al Museo Alfa Romeo di Arese
Rinnovato di recente, dove si organizzano anche eventi speciali per scoprire la collezione storica: domenica sarà svelata l’Alfa 6 bianca e blindata utilizzata da Papa Giovanni Paolo II durante il ventesimo Congresso Eucaristico di Milano.
A Rozzano, nella nuova sede di Amc Italia appena inaugurata, c’è il Museo della Pentola
Una raccolta di attrezzature e utensili da cucina che vanno dall’epoca romana a quella contemporanea.
Arrivano turisti da tutta Italia e anche dall’estero al Crespi Bonsai Museum di Parabiago, inaugurato nel 1991. Una collezione unica nel suo genere che comprende piante secolari, vasi, fra cui spiccano quelli di epoca Ming e Ching; nonché libri antichi provenienti da diversi paesi dell’estremo Oriente. Il pezzo più importante è il millenario Ficus Retusa Linn, arrivato in Italia dalla Cina nel 1986.
Consigliato a grandi e bambini il Mic
Il primo Museo interattivo del cinema in Italia, ricco di storia ma anche innovativo: il visitatore è invitato a interagire con applicazioni e dispositivi creati ad hoc e si può anche visitare l’archivio cinematografico attraverso la realtà aumentata. Infine, in questo elenco che non vuole essere esaustivo perché le realtà sono davvero molte, citiamo, in via Messina, il Museo del profumo: l’istituzione racconta 200 anni di storia della profumeria italiana e mondiale con l’esposizione di circa duemila tra flaconi, stampe e dipinti. E con esemplari originali creati da Salvador Dalí, René Lalique, Julien Viard e altri artisti.