MILANO – Il consumo domestico e fuoricasa italiano ormai è caratterizzato dall’eterna lotta tra cialde-capsule e moka. Le prime ci hanno abituato ad avere dentro le nostre cucine un caffè con l’aspetto schiumoso di quello offerto al bar, così come ci aiutano a riprodurre un cappuccio a regola d’arte -non ultimo, possiamo pensare alla macchina espressamente pensata per questa ricetta, di Nespresso, Creatista-. L’ampia proposta che tante aziende mettono a disposizione dei consumatori italiani, nasce dalla consapevolezza che la bevanda resta tra le preferite per cominciare la colazione. Ed ecco che, in onore di una passione così consolidata, l’8 novembre è stato scelto per celebrarla col #cappuccinoDay.
Di questo ne ha parlato bene Francesca Milano, per IlSole24ore.
#cappuccinoDay, dagli Usa si festeggia una ricetta italiana
La giornata dell’8 novembre è stata dedicata al cappuccino dagli americani. Ma la bevanda a base di latte e caffè è nata in Italia, almeno secondo due “leggende”. La prima fa risalire la nascita del cappuccino al frate Marco da Aviano. Inviato nel 1683 dal Papa a Vienna. Dove chiese qualcosa per addolcire il caffè dal sapore intenso che gli era stato servito in un locale dell’epoca. La leggenda narra che il locandiere, vedendo il frate bere la strana bevanda fatta di caffè e latte, esclamò “Kapuziner!”.
L’altra versione sulla nascita del cappuccino
Essa vuole che questo sia nato da una bevanda viennese fatta di caffè, panna montata e spezie, adattata poi nei territori di Trieste. Non sapremo mai quale sia la verità sul primo cappuccino. Ma sappiamo che oggi in Italia è – assieme al caffè espresso – la bevanda preferita per la colazione.
Il numero di espressi, tra caffè e cappuccini serviti in un bar è in media di 175 unità al giorno
Secondo l’ultimo rapporto della Fipe, il prezzo medio è di 1,3 euro, con picchi di 2 euro a Parma e a Bolzano. A differenza di quanto avviene all’estero, in Italia il cappuccino è relegato alla fascia oraria mattutina.
Quindi mai dopo le 11, mentre gli stranieri ne consumano grandi quantità anche dopo pranzo o nel pomeriggio. Una indagine realizzata da Astra Ricerche dice che in un mese il 41,2% degli italiani consuma almeno un cappuccino; il 37,4% un latte macchiato, il 76,2% un caffè.
La ricetta
Il cappuccino è stato anche “certificato” dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano. Infatti, secondo la regola dall’Istituto il cappuccino di qualità e rispettoso della tradizione è composto da 25 ml di espresso e da 125 ml di latte montato con vapore; partendo da latte freddo (3-5°C) e portato poi a una temperatura di circa 55°C. Per essere poi versato su un caffè espresso italiano certificato in una tazza della capacità di 150-160 ml.
Il latte da usare deve essere vaccino fresco con un contenuto di proteine minimo del 3,2% e di grassi del 3,5%. Montato con vapore secondo le modalità specificate dal disciplinare.
Le regole
Secondo l’Istituto Nazionale Espresso Italiano e l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, il cappuccino deve essere «di colore bianco. Ornato da bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico. Con disegni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato.
La crema ha maglie strette con occhiatura molto fine o assente. Il Cappuccino Italiano Certificato ha un aroma intenso in cui ai soffusi sentori di fiori e di frutta si aggiungono quelli più prestanti di latte; di tostato (cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia), e frutta secca.
Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi. Il corpo è importante e si esprime con una sensazione suadente, di panna e di elevata percezione sferica; supportato da un sapore amaro tenue e da una bilanciata acidità, quasi impercettibile. L’astringenza è praticamente assente».