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Locali storici, Trieste, candidati a diventare Patrimonio Unesco

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TRIESTE – I locali storici sono molto di più semplici esercizi pubblici in cui vengono serviti caffè e cappuccini ai clienti di passaggio. Quello che rappresentano alcuni luoghi di ritrovo che hanno attraversato il tempo, è la memoria stessa del posto in cui si sono insediati negli anni. Testimoni dei cambiamenti tra un’epoca e l’altra, attraverso le abitudini di consumo e gli stessi visitatori. Spesso però, questo senso prospettico va perduto. E per questo, nascono progetti a difesa dei caffè storici, come quello presentato ultimamente durante una conferenza stampa a palazzo Gopcevich a Trieste.

La ricerca della tutela si muove affinché i luoghi della grande tradizione mitteleuropea triestina possano diventare, a pieno titolo, parte dei beni salvaguardati dall’Unesco. Un’iniziativa che parte da un gruppo di persone che hanno deciso di fondare la Lega per la Difesa dei Caffè Storici Letterari. A farne parte sono il Caffè San Marco, il Torinese e il Tommaseo, tre “gioielli” del passato di asburgica memoria della città.

Locali storici: una specie da tutelare

Presenti all’incontro di presentazione anche il sindaco Roberto Dipiazza e Arrigo Cipriani, storico titolare dell’Harry’s bar. “La differenza che esiste tra il bar e la piazza si manifesta nel concetto di accoglienza.” Così ha affermato il patron Cipriani. “Oggi è un giorno di festa. Ma sappiamo quanto è difficile sopravvivere quando si è titolari o gestori di caffè storici. Proprio per questo, è molto importante essere qui tutti assieme”.

Il sindaco di Trieste è intervenuto durante la conferenza

“A Trieste siamo fortunati vista la presenza di tanti luoghi storici come il San Marco, il Tommaseo e il Torinese. Ma qui esiste anche la cultura del caffè. Assieme a moltissimi altri elementi che rendono unici questi luoghi. Dal canto mio – ha concluso il primo cittadino – se trovate dei punti su cui discutere tutti assieme noi siamo pronti per dare una mano. Le vostre storie e i vostri caffè vanno sicuramente tutelati”.

I caffè storici nel Bel Paese

Alla fine del secolo scorso in tutta Italia c’erano 124 caffè storici anche se oggi molti di essi sono scomparsi. Angelo Boscarino, Presidente della LDCS ha rimarcato così l’importanza del momento. “Vogliamo rendere questi beni culturali riconosciuti. Vogliamo salvaguardarli anche attraverso una serie di iniziative, un lavoro di ricerca e analisi dei materiali storici, letterari, fotografici e filmici.

Ci saranno le testimonianze dei protagonisti che hanno animato la vita dei locali. Tutto questo vuole portare alla candidatura dei Caffè Storici Letterari a Patrimonio dell’Unesco”. 

Ha spiegato Leandro Ventura, Direttore MIBAC

“Nella tutela e nella valorizzazione dei caffè storici, a volte emergono alcuni punti critici. I gestori e i titolari spesso non sono le stesse persone e spesso possiedono visioni differenti sui luoghi. Il Caffè Greco a Roma ne è un esempio. Dove il pubblico esercizio passa di mano e le idee non sono sempre condivise”.

“Salvare questo patrimonio – ha rimarcato Ventura – rappresenta rivolgere attenzioni particolari nei confronti di uno dei fiori all’occhiello che abbiamo in Italia. Il nostro obiettivo è proprio quello di portare avanti un progetto, importante. Qualcosa che consenta di salvaguardare i caffè storici della penisola”.

“Problemi comuni, condivisione assoluta”

La Lega per la difesa dei caffè storici parte da un concetto che in tempo di crisi o di forte individualismo – elementi tipici e naturali dei periodi cosiddetti di transizione – si manifesta quasi con banalità. Se i problemi sono comuni, la condivisione e il dialogo tra le parti può partorire rimedi, e tavolta individuare soluzioni.

Alexandros Delithanassis, gestore del Caffè San Marco

Ha evidenziato uno dei punti per cui nasce la Lega per la difesa dei caffè storici. “Starbucks mette in moto alcune iniziative 2.0, quelle che il colosso multinazionale chiama Coffee Experience e il risultato diventa per loro eccellente.

E nessuno vuole entrare nel merito della grande azienda e sarebbe stupido pensare di fare la guerra ad un azienda che, come fatturato, è paragonabile ad uno stato sovrano; l’idea che portiamo avanti è quella legata al fatto che noi siamo gli originali. Dirlo alle istituzioni e farlo comprendere diventa il nostro punto di forza”.

Il commento

Alcuni luoghi di culto per quanto riguarda il caffè hanno vissuto momenti molto difficili. Il Caffè Pasticceria Pirona a Trieste è forse l’emblema del disinteresse e di quanto distante sia, a volte, l’idea e il “genio” imprenditoriale per illuminare nuovamente locali un tempo fumosi.

L’idea che si possa giungere all’ufficializzazione della scintillante bellezza che tutto il mondo ci invidia, certamente stuzzica anche chi lo preferisce d’orzo. Perché se è vero che si scrive Trieste e si legge caffè, è altrettanto autentica l’opportunità di entrare a far parte del “mondo che conta”. Quello che un tempo passava davanti e dentro ai luoghi storici. Riportarlo in vita manifesterebbe, anche agli scettici e a chi preferisce altro, la strada che almeno la Trieste dei caffè ha scelto.

A far parte della Lega DCST, in funzione collaborativa, c’è anche l’Associazione Museo del Caffè.   

 

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