MILANO – Roberto Turrin, titolare del caffè storico di Padova, il Caffè Pedrocchi, ha rilasciato un’intervista in occasione della sua collaborazione con il manager Salvo Nugnes, direttore di Agenzia Promoter, per l’inaugurazione della mostra “Visioni” di Amanda Lear che è avvenuta con grande successo, mercoledì 11 settembre presso la Galleria Civica Cavour.
Come e quando inizia la storia del Caffè Pedrocchi?
Nasce da un’idea ingegnosa e molto imprenditoriale di Antonio Pedrocchi nel 1800. Il caffè viene inaugurato nel 1831, mentre nel 1841, dieci anni dopo, nasce il Piano Nobile del Caffè Pedrocchi.
Come mai è definito “senza porte”?
Veniva definito senza porte nell’800, anche se si usa ancora oggi questa frase, perché era aperto 24 ore su 24, non è che non esistevano le porte. In qualche maniera veniva vigilato dalle persone all’interno, appunto perché era sempre aperto, era un centro molto commerciale alla fine.
A quando risale la sua direzione allo storico Caffè?
Beh io entro nel Caffè Pedrocchi nel 2003 come Responsabile Commerciale mentre questo è il quinto anno per me alla direzione, sono amministratore delegato tutt’ora infatti.
Qual è l’essenza della sua professione?
Beh, il poter lavorare in un ambiente del genere dove la mia professione nasce. La mia passione è nata in ambienti di grande livello: in grandi alberghi 4-5 stelle lusso, sia in Italia che all’estero, per poi fermarmi qui al Caffè. Ormai sono 10 anni che sono qui, in questo ambiente storico. E ogni giorno che passa è un’esperienza nuova, ogni giorno è un piacere riscoperto venire a lavoro.
Quali sono le specialità del più grande Caffè letterario d’Italia?
Giusta anche la considerazione del caffè letterario. Le specialità? come nell’800 veniva fatta ristorazione e caffetteria ancor oggi c’è la ristorazione all’interno del Caffè Pedrocchi, curiamo i piatti della tradizione rivisitati e il nostro piatto forte, che consigliamo agli stranieri o comunque alle persone che non l’hanno mai provato, sono le Tagliatelle al Caffè Pedrocchi, mentre per quanto riguarda il dessert consigliamo lo Zabaione, in una miscela che conosciamo un po’ tutti quanti ma che nell’800 andava moltissimo, noi l’abbiamo rimessa in uso, in funzione di dessert finale, sia dopo il pranzo che dopo la cena.
È risaputo che il Pedrocchi ospita da sempre eventi culturali di grande pregio. Quali sono quelli che sono rimasti più nel cuore e nella mente della Città?
Il Caffè Pedrocchi comunque è un contenitore importante, è il “salotto della città”, così viene definito ad oggi. Io lo considero un contenitore molto importante anche perché non è un edificio piccolo, qui parliamo proprio di dimensioni grandi, oltre 3400mq di superficie, perciò deve immaginare cosa bisogna inventarsi oltre quello che potrebbe essere la ristorazione e la caffetteria per mantenere vivo il locale. Proprio per questo motivo noi organizziamo anche convegni, cene di gala, e tante altre cose.
Uno tra gli eventi più importanti e sentiti qui al Caffè Pedrocchi è stato il 180° Anniversario del Caffè, che abbiamo festeggiato 3 anni fa, devo dire che è stato una bellissima festa. Ad oggi tutti gli anni vengono realizzati eventi culturali in generale, parliamo di musica, presentazioni di libri ecc.
Dal buffet si decreta il successo di un evento. È compiaciuto della sua collaborazione per la mostra d’arte di Amanda Lear presso la Galleria Civica Cavour?
Beh questa è una piccola cosa dove abbiamo voluto esserci, cerchiamo abitualmente di fare partnership con gli eventi cultural mondani importanti della città. In questo caso in Galleria Cavour c’era questo importante evento, l’inaugurazione della mostra di Amanda Lear, e abbiamo ritenuto d’obbligo esserci in qualche maniera quindi abbiamo creato questa collaborazione con Salvo Nugnes, direttore di Agenzia Promoter, per la buona riuscita dell’inaugurazione di questa mostra.