MILANO – Il boom delle caffetterie a marchio segna il passo in Corea del sud. Perlomeno nel caso del franchising. Secondo l’osservatorio di mercato Ceo Score, sono circa un migliaio i locali che hanno chiuso i battenti lo scorso anno, pari a un tasso di mortalità dell’8,5%.
Le caffetterie sono la terza tipologia più diffusa di esercizi in franchising, preceduta soltanto da convenience store e ristoranti di pollo fritto.
La Federazione coreana del franchising contava, a fine 2017, 87.540 esercizi associati, per un totale di 118 marchi. Le chiusure nel corso dell’anno sono state 6.784, a fronte di 10.227 nuove aperture.
La maglia nera – come già detto – va alle caffetterie, seguite da rivenditori di autoveicoli (7,5%), ristoranti di pollo fritto (7,5%), ristoranti (7,3%), negozi di cosmetici (6,5%).
Motivo: il sovraffollamento
Nella sola Seul operano oltre 15 mila caffè. Il dato comprende tanto le catene quanto gli esercizi indipendenti. È importante comunque osservare – per meglio contestualizzare questo numero – che la capitale sud coreana ha un popolazione vicina ai 10 milioni di abitanti.
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