MILANO – L’evento per i 70 anni della Torrefazione Ottolina prosegue ripartendo dalla presidenza dell’Altoga, l’Associazione dei torrefattori lombardi che Remo Ottolina detiene da ben 22 anni.
Racconta Remo Ottolina. “Io sono Presidente da ben 22 anni di questa associazione. Preciso: abbiamo premiato qua vari clienti da 33 anni. Ma c’è Tony e la Roseta, che è nostro cliente da trent’anni. Oppure Antonio Maddaluna, che è con noi da vent’anni. Non dimentichiamo mai nessuno.”
Che cosa significa questa realtà associazionistica
“Secondo me esser associati significa capire il nostro mondo anche attraverso i concorrenti. Essere da oltre 22 anni Presidente di Altoga, da 15 sono anche nel consiglio della Confcommercio di Milano. Quindi, vuol dire che mi è sempre piaciuto far parte di un’unione, di un’associazione. Per conoscere sia gli avversari che gli amici. E’ sempre un tipo di scambio di idee e opportunità. E’ un’occasione anche per creare delle amicizie storiche. Come è stato il caso del Presidente della Confcommercio Carlo Sangalli”.
Le parole del presidente Carlo Sangalli su Remo Ottolina
Dice Carlo Sangalli in un video messaggio:“Remo è un uomo di poche parole, ma la cui presenza si sente sempre. L’associazionismo sta alla crescita di un imprenditore, come l’acqua sta a un buon caffè. Non può sostituire il chicco, ma fa certo la differenza. È proprio vero che lo sport è la misura degli uomini. Abbiamo giocato parecchio a tennis. Lui è un giocatore equilibrato nelle reazioni. Un signore anche in campo.
Gli Ottolina sono una di quelle azienda famigliari che ha affrontato un periodo di crisi già due volte nel corso della sua storia. Direi che il tema centrale è quello del rispetto tra le generazioni. Una qualità che certo che a Remo non manca.”
Ancora un po’ di storia
L’azienda da Via Piero della Francesca, si stava trasferendo in Via Gallina. In questi anni si aumentavano le dimensioni aziendali e entravano nuove figure esterne. E non solo. Nuove generazioni si affacciavano in Ottolina.
Dice Stefano Ottolina: “Avevo appena finito gli studi e ho cominciato a lavorare nelle retrovie. Nel ’90 tutto era completamente diverso. Ho avuto come maestro mio padre. E’ stata una fortuna, ma non è stato semplice. All’inizio, conoscere tutti i meccanismi non era come può accadere oggi: mio papà mi ha insegnato a svolgere qualsiasi ruolo. Consegnare il caffè col Fiorino, rispondere al telefono, scaricare la merce. Bisognava cominciare dal basso per comprendere ogni settore dell’azienda nei più minuti dettagli.
Durante il servizio militare, che ho potuto svolgere a Milano in Piazza Novelli, io andavo in caserma, facevo finta di fare l’alza bandiera e poi scappavo a caricare il furgone. All’epoca non c’erano i muletti e in Via Gallina c’era anche una scalinata piuttosto ripida da superare. Così facevo palestra trasportando i chili di caffè. Un ritorno alle origini fa bene a qualsiasi professionista.
Ho due bambini che ho chiamato: Ginevra e Giulio, come i nonni. Anche questo è stato un mio segno di guardare alla tradizione. Ho spiegato già ora a mio figlio che dovendo entrare in azienda, sarebbe partito dal basso.”
Com’è cambiato questo lavoro negli anni?
“Dopo aver sperimentato più ruoli, mi sono occupato dei clienti quindi della parte commerciale. Il primo passaggio epocale è stato quello della vendita telefonica o diretta col cliente a quella con il terminale. È cambiato tanto. Poi, ormai abbiamo il 70-80% di clienti cinesi.”
Il vero cambio lo fa un cliente
Quello che nel ’94, ha permesso il passo verso l’internazionalizzazione. Avviene in questi anni un personaggio che aveva iniziato come direttore di un locale. Sto parlando del dottor Mario Resca che era allora direttore per McDondald’s in corso Vercelli. Questa catena ha cambiato l’approccio del caffè Ottolina. Che si è misurato con un modo di servire diverso per utenti con esigenze diverse.
Spiega Remo Ottolina. “Io allora collaboravo con Ursia. Il figlio lavorava in McDonald’s. Abbiamo scritto con mia moglie una lettera da consegnare a loro. E così ci incontrammo nei locali vicino alla Stazione centrale con Resca e abbiamo chiarito assieme un punto: se noi avessimo messo a disposizione un prodotto unico, in cambio saremmo diventati più ricchi e celebri. Ricco risposi lo sono già di mio, ma di diventare famoso mi interessa.”
Le parole di Mario Resca
Mario Resca interviene alla convention della Torrefazione Ottolina con una video intervista. “Ci conoscemmo nell’ottobre 1992. Poi, nel ’94, è iniziata la nostra partnership che è continuata per tutti i miei dieci anni in McDonald’s. Quando c’ero io, la nostra attenzione totale era alla qualità del prodotto. Poi la fornitora è continuata negli anni e prosegue tutt’ora. Ricordo che, sin da quando c’era io, l’attenzione era tutta per la qualità maniacale del prodotto. E Ottolina ottemperava a queste richieste. E oggi è ancora così.”
Un libro per celebrare gli ottantanni di Caffè Ottolina
Interviene Fabio Ottolina: “Io e Barbara e la Trenta editore, abbiamo ideato uno scritto che scende più nel dettaglio della nostra storia. L’idea che abbiamo sviluppato è proprio il racconto della Caffè Ottolina, di Milano e dei pubblici esercizi milanesi, attraverso il punto di vista della nostra torrefazione. Il libro sarà pronto per l’inizio dell’anno nuovo.
Stiamo lavorando sulla ricerca di tanti episodi legati a molti dei protagonisti che hanno determinato la nostra attività. Oltre a questo, parliamo dell’azienda e del suo futuro: siamo passati da una piccola a una grande realtà. Grande non soltanto nelle dimensioni ma anche nello spirito e nell’esperienza.
Ci siamo specializzati, evoluti nel tempo. La miscela resta sempre la stessa, la Classica così come la conoscono all’estero. Ed è sempre quella studiata tempo fa da mio nonno. Prodotta sempre secondo gli antichi riti della nostra torrefazione.
Non siamo rimasti fermi
Al di là di questo, non siamo rimasti fermi. Abbiamo invece intrapreso le direzioni sono quelle che oggi impone il mercato. Perché è il cliente ci porta a fare determinate cose. Le sue esigenze vanno assecondate.
Una delle direzioni che abbiamo preso quindi, è una specializzazione nel fornire le catene, le realtà più strutturate. Che stanno sempre più prendendo spazio in Italia. E lo facciamo tramite, delle offerte, dei pacchetti studiati apposta per loro.
Poi gli esperimenti umili nella caffetteria, anche se noi restiamo dei torrefattori. Tuttavia ci piace anche cimentarci proprio nei locali. Così da qualche anno è nato il concept Ottolina caffè, moderno, che non ha nulla da invidiare ai grandi concept internazionali. Oggi ce ne sono due a Milano, uno al Palazzo della Regione Lombardia, il secondo in Via Imbonati, dove mettiamo in pratica tutti i giorni tutti gli insegnamenti che poi diffonderemo nei prossimi locali.”
Si parla di caffè anche grazie all’arrivo delle catene straniere
Prosegue Fabio Ottolina. “Sì. Assolutamente sono uno stimolo. La competizione ci spinge a fare meglio e poi ci dà l’esempio di un’attività virtuosa. Non siamo soltanto noi che sappiamo fare il caffè. Dobbiamo prendere il buono e il meglio anche dagli altri. L’italianità dell’espresso non può essere un baluardo, alibi per fermarsi. Per cui è vero, ci fa moto piacere che Starbucks sia uscito con l’espresso a 1,80 euro. E che forse questo ci fa capire quanto sia conveniente il nostro buon espresso, nei nostri bar. E poi come organizzarsi per poter crescere sul mercato estero. Ed è fondamentale anche cambiare l’immagine. Concentrarsi sulla comunicazione del brand e lo sviluppo di strategie di marketing. in questo senso ci siamo evoluti con un sito Web e siamo presenti sui social. Organizzando una serie di attività che si adattino al mondo sul web. Così da uscire dalla dimensione più strettamente locale con un discorso di immagine e di qualità globale.”
È la squadra che è fondamentale
Conclude Fabio Ottolina: “L’accoglienza negli Ottolina caffè è molto curata, merito di una struttura che ha saputo servire e raccontare un prodotto di qualità al cliente finale. Il prodotto è fondamentale, ma non può mancare un servizio dello stesso livello. I collaboratori che contribuiscono a fornire entrambi, sono vera chiave del nostro successo. Come è successo con la preparazione di questa giornata speciale. Di questo evento. Ci siamo riusciti senza essere una organizzazione specializzata in spettacoli grazie alla collaborazione di tutta la squadra.”