TRIESTE – E’ ancora fresco il ricordo della presentazione presso il flagshipstore illy di Montenapoleone, al pubblico di appassionati di vela e coffeelover, del manifesto culturale che illy ha ideato come simbolo della prossima edizione della Barcolana. Un evento che aveva senza dubbio lasciato il segno. Il motivo? Quel tocco artistico in più alla regata, è quello dell’inconfondibile Marina Abramović. La performance artist ha voluto anche questa volta stupire e provocare. Missione compiuta.
Marina Abramović censurata dalla Lega
Il messaggio in esposizione,”We’re all in the same boat” [Siamo tutti sulla stessa barca], non è infatti stato gradito da tutti. Anzi, ha suscitato la reazione contraria da alcune fazioni politiche.
Dopo che a inizio luglio è stata resa nota la nuova locandina, il vicesindaco leghista di Trieste Paolo Polidori ha parlato di “offesa al governo”. Poi ha dichiarato che “quel manifesto deve sparire. Via dai pieghevoli, dagli inviti e dalle brochure ufficiali. Proibito a Trieste e nel resto del mondo.”
Inoltre, ha intimato: “Con gli organizzatori sono stato chiaro: o sparisce quell’orrore, o salta la convenzione con il Comune. Significa stop a 30mila euro di finanziamenti, Frecce Tricolori, permessi per l’occupazione del suolo pubblico, sicurezza…”
Polemica chiusa: il manifesto sponsorizzato da illy è sparito
Come ha riportato stamattina il quotidiano il Gazzettino, si è “chiusa definitivamente la polemica tra Comune e Società velica di Barcola e Grignano”. Con le locandine di Marina Abramović ritirate in toto.
Il tutto è stato ufficializzato con un comunicato congiunto in cui si dice che entrambe le istituzioni “concordano sull’importanza di non dividere ma di unire le persone attorno alla grande festa della Barcolana.” In sostanza, come aveva minacciato Polidori, “il poster non si vedrà.”
Successivamente alla diffusione di queste notizie è apparso sul sito www.it.euronews.com un articolo che riassume la vicenda e ne chiarisce tutti gli aspetti. Lo riportiamo integralmente.
Il titolo dell’articolo di euronews.com è:
Barcolana di Trieste, censura leghista
su Marina Abramovic? Facciamo chiarezza
Il manifesto promozionale della 50ª Barcolana, ormai la regata più grande del mondo che da mezzo secolo si tiene a Trieste, ritrae l’artista Marina Abramovic con in mano una bandiera su cui campeggia la scritta We’re all in the same boat (“Siamo tutti sulla stessa barca”).
Il messaggio non è piaciuto al nuovo vicesindaco leghista, Paolo Polidori, che ha innescato una polemica politica – balzata agli onori della cronaca nazionale – scorgendovi un riferimento al fenomeno migratorio in realtà inesistente.
Ha scritto Polidori:
Inaccettabile, di pessimo gusto, immorale che si faccia propaganda politica con una manifestazione, la Barcolana, che appartiene a tutta la città!
Mi sto muovendo per farmi consegnare la convenzione stipulata con il Comune di Trieste.
Se ci dovesse essere qualche margine di manovra per rinsavire da questa becera strumentalizzazione politica, ebbene, da assessore ai grandi eventi, si sappia che lo utilizzerò fino in fondo!
E non mi si venga a fare i panegirici sulle spiegazioni ufficiali, la gente non è fessa!
#ciccioisnotforboat
Ha risposto la Barcolana in modo molto chiaro con al presindete
Non siamo più solo una regata ma un evento culturale che vuole parlare all’Europa. La frase è universale: tutela dell’ambiente
Mitja Gialuz
Presidente Svbg
Il messaggio dell’artista performativa puntava a rilanciare il motto 2018 della Barcolana, Chi ama il mare ama la Terra e conteneva piuttosto un riferimento ambientalista.
Il caso in realtà è vecchio e risale ad oltre un mese fa ma ha avuto risalto sugli organi di stampa nazionali dopo una recente intervista di Polidori a Repubblica.
Per placare ogni polemica è stato scritto che gli organizzatori dell’evento avrebbero puntato su una strategia comunicativa “a due velocità”: una locale, senza il poster contestato dalla Lega, azionista forte della giunta di centrodestra Dipiazza, e una nazionale/internazionale, con il manifesto della Abramovic.
Polidori ha ribadito su Facebook che l’opera, a suo modo di vedere, è “strumentalmente politica” e che “non sarà presente sul territorio di Trieste”.
Effettivamente, in città, di poster con l’artista che sventola bandiera bianca “non se ne vedono”, confermano ad euronews fonti locali. Ai nostri microfoni, tuttavia, Mitja Gialuz, presidente della società velica organizzatrice, conferma che nulla cambia nei piani di comunicazione di un evento che, nel 2017, ha portato sulla stessa linea di partenza 2101 barche a vela, un record mondiale (25 persone in mare e oltre 300mila a terra).
“Il manifesto firmato dai grandi artisti degli ultimi anni non è mai stato impiegato per declinare tutta la comunicazione dell’evento. Continuerà ad essere utilizzato come previsto, anche in città”, dice Gialuz. “Chi si aspetta che tappezzeremo la città del manifesto della Abramovic rimarrà deluso: non tanto perché qualcuno vuole censurarlo ma perché significherebbe volgarizzarne il messaggio. Non viene pertanto ritirato dal comitato organizzatore che lo utilizzerà nelle presentazioni internazionali e durante la Barcolana”.
Il manifesto è regolarmente presente sul sito della manifestazione
In cui si legge chiaramente che “Marina Abramovic e illy hanno voluto sottolineare un aspetto semplice quanto cruciale: anche a bordo di barche diverse, anche quando competiamo per il miglior risultato, navighiamo tutti sullo stesso pianeta, che va custodito e protetto giorno dopo giorno”.
Al momento l’unico effetto tangibile della polemica nazionale sembra essere l’impennata di richieste di acquisto del poster.
“Abbiamo centinaia (ma proprio centinaia) di mail di richiesta, sui social ferve il dibattito”, confermano gli organizzatori.
“Questa è una vittoria del poster della Barcolana”, conclude Gialuz. “Da un evento locale progressivamente è diventata la regata piu grande al mondo nel 2017. Abbiamo una responsabilità: non siamo più solo una competizione velica ma un evento culturale che vuole parlare all’Europa e grazie al manifesto di Marina Abramovic lo abbiamo fatto. La sua frase è universale e umanistica, riguarda i rapporti interpersonali ed un piano più alto, quello della tutela dell’ambiente”.
L’artista non ha risposto alla nostra richiesta di commento.
Cosa è successo, riassunto della vicenda
A gennaio, come ogni anno, Barcolana incontra Illy, storico brand triestino, che si dice disponibile a sponsorizzare ed ideare il manifesto della Barcolana attraverso la direzione creativa di Carlo Bach;
La scelta condivisa per il cinquantenario della regata ricade su un’artista internazionale. Rientra in una strategia comunicativa ben precisa: negli anni precedenti i manifesti sono stati firmati da Pistoletto, Gillo Dorfles e lo scorso anno dal fotografo Maurizio Galimberti;
Carlo Bach propone Marina Abramovic
È stati ispirato dal biglietto di auguri di Natale che il team di Abramovic ha inviato allo stesso Bach; dopo i primi contatti, a fine febbraio, Bach conferma che Abramovic è interessata a partecipare al progetto, e già invia una prima idea che la ritrae con una bandiera bianca e il messaggio We are all in the same boat;
Lo shooting viene effettuato a Milano, a marzo; a seguire, il manifesto si realizza a Trieste da Matteo Bartoli (Basiq), il grafico che lavora per Barcolana50. Il manifesto è pronto a fine mese, lo sottopongono alla Abramovic che lo approva e viene tenuto “in caldo” in vista del lancio;
Il lancio è il 3 luglio, in concomitanza con la conferenza stampa di presentazione a Milano e Londra, entrambe organizzate con illy, con l’obiettivo di parlare alla stampa italiana e a quella internazionale. La conferenza stampa di Londra è all’ambasciata italiana alla presenza dell’ambasciatore;
A Trieste il nuovo vicesindaco Paolo Polidori, succeduto dopo le elezioni regionali a Pierpaolo Roberti, nominato nel frattempo assessore regionale, si scaglia contro il manifesto:
Le polemiche durano meno di una settimana
Il 9 luglio, al rientro dal roadshow di conferenze stampa, il Comune e la Barcolana si incontrano e si chiariscono: Barcolana ottempererà alla convenzione stipulata con il Comune, e il manifesto – come è sempre stato per Barcolana – non sarà l’unico elemento di comunicazione della manifestazione;
L’uscita dell’articolo di Repubblica del 7 agosto riapre l’attenziona nazionale sul caso “esacerbando” le dichiarazioni di Polidori, ritiene l’organizzazione;
La pozione di Barcolana rimane la medesima. Ecco il comunicato: “NON ritiriamo il manifesto. Si utilizzerà, come tutti i precedenti, per la comunicazione nazionale e internazionale di Barcolana. A livello locale la comunicazione visuale dell’evento prevede ANCHE l’uso delle bandiere del Gran Pavese Barcolana che fanno da sfondo al Manifesto stesso”.
La regata si terrà a Trieste dal 5 al 14 ottobre 2018.