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venerdì 22 Novembre 2024
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Dalla Corte, e Fabrizio Sencion Ramires racconta l’esperienza del suo viaggio in piantagione

"Per i veri coffeelover, viaggiare in un paese d’origine e vedere come nasce il caffè è sicuramente un’esperienza entusiasmante"

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MILANO – Fabrizio Sencion Ramires, coffee pro Dalla Corte, racconta in questo articolo molto partecipato l’esperienza dei suoi viaggi in piantagione per migliorare la conoscenza del caffè. Un’esperienza che tutti dovrebbero fare.

Fabrizio Sencion Ramires racconta

Viaggiare dà l’opportunità di conoscere meglio le nostre culture, tradizioni ed usi. Questo è il motivo per cui amo quello che faccio. Il caffè mi ha portato in viaggi incredibili che mi hanno fatto scoprire mille volti diversi. Così come infiniti sapori, incredibili varietà aromatiche dai terroir più fantasiosi.

La complessità del caffè

Diventa sempre più affascinante quanto più ci si avvicina all’origine dello stesso. L’attore principale nella catena che va dalla pianta alla tazzina è il produttore, il farmer, la persona che si prende cura di ogni singola drupa matura.

Questa figura dovrebbe essere maggiormente conosciuta e apprezzata, come avviene per i produttori di vino o per i maestri messicani di tequila.

Per i veri coffeelover, viaggiare in un paese d’origine e vedere come nasce il caffè è sicuramente un’esperienza entusiasmante.

Ecco alcuni suggerimenti per non farsi cogliere impreparati

Non si tratta di quello che si mette in valigia, ma dallo spirito con la quale si affronta un viaggio che mostrerà le cose in maniera totalmente differente.

Prima di tutto, tenere la mente aperta e ricordare di portare, se possibile, un po’ di caffè tostato sempre con sé. Può sembrare strano, ma nei paesi di origine spesso si vede quasi esclusivamente caffè verde. Per questo, alcuni pacchetti di caffè già tostato possono diventare uno splendido cadeau per chi lavora in piantagione.

Meglio portare anche tutti i kit per l’assaggio

Macinino manuale, bilancia, cucchiaio per cupping, il tuo metodo di brewing preferito o quello più funzionale per il tuo viaggio.
Umiltà e flessibilità sono due caratteristiche fondamentali in un viaggio alle origini del caffè, qualità che permetteranno di superare ostacoli quali barriere linguistiche, mancanza di infrastrutture, quartieri estremamente poveri; elettricità assente o terribilmente instabile.

E’ un’ottima idea quella di creare salde relazioni con i produttori

Loro saranno felici di parlare di ogni minimo dettaglio e rispondere a tutti i dubbi: per loro è un privilegio aiutare e sono molto ospitali.

Visitare la piantagione durante il raccolto è il momento migliore per cogliere ogni dettaglio dell’ambiente; dal picking alle drupe mature, dalla spolpatura manuale alle terrazze di essiccazione. Gli agricoltori sono molto orgogliosi del loro caffè, ma capita spesso loro di non avere modo di assaggiare neanche una tazza del loro
raccolto.

Ecco perchè sorseggiare del caffè fresco con un farmer, affacciati sui loro campi parlando di calcio è una delle cose che più mi rende felice.

La prima regola nella visita di una piantagione è mai dire di no. Nei paesi origine ci sono alcuni sapori “selvaggi” che potrebbero risultare quantomeno particolari. Cibo o frutta che mai un visitatore si sarebbe aspettato di mangiare o bere, piatti deliziosi che bisogna provare senza alcun timore.

Potrebbe essere visto come una mancanza di rispetto non provare qualcosa che è stato offerto con tanta passione e purezza di cuore. E’ sempre un momento speciale gustare qualcosa di nuovo in cima ad una montagna sotto le stelle.

L’outdoor è inaspettato

Il tempo è imprevedibile, mutevole e difficile da anticipare. Sono fondamentali quindi stivali, piumini; occhiali da sole, una visiera, un piccolo coltello e persino una torcia elettrica che possa aiutare a trovare la strada durante la notte.

Il selvaggio è selvaggio

Serve anche un repellente per gli insetti, disinfettante per le mani, crema solare e medicinali. Senza dimenticare le pillole per la nausea, medicine intestinali e fazzoletti.

L’attrezzatura per documentare è d’obbligo. Oltre al mio telefono, porto sempre un registratore audio, una videocamera appropriata con doppia batteria; una scheda SIM extra, piccoli altoparlanti – per le feste – e un taccuino in modo da non perdere nessun dato.

In Messico, paese dove vivo e ottavo produttore di caffè al mondo, consiglio vivamente Finca Chelín a Oaxaca, o Finca Veracruz, sanno come prendersi cura di chi ama davvero il caffè.

Visitando una piantagione e vedendo come avviene la magia della piantagione

Si apre un mondo di rivelazioni che il consumatore medio non avrebbe mai nemmeno immaginato. Qualunque siano le
motivazioni, è un viaggio inaspettato, selvaggio, che saprà regalare emozioni.

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