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lunedì 25 Novembre 2024
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L’arte della caffetteria e del cappuccio si apprende: l’esempio della Classe Essse

Avere umiltà, la qualità dei prodotti e le conoscenze tecniche sono i tre ingredienti che, secondo, Vito, un cappuccino artist non può mancare: «occorre investire il tempo per formarsi perché nel nostro mestiere non esiste l’improvvisazione».

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MILANO – Il cappuccino artist è una professione, o meglio, un’arte, che sta sempre più prendendo spazio nei locali italiani. Ma chi si può definire un artista del cappuccio? Chiunque sia capace di decorare la schiuma riproducendo un fiore, un orsetto, un’immagine in 3D.

Si tratta di una vera e propria forma d’arte della caffetteria. E, come qualsiasi opera manuale, richiede preparazione e impegno.

Cappuccino Artist: come diventarlo?

«Sono figure oggi ricercate perché favoriscono la fidelizzazione del cliente. Oltre che una nuova soddisfazione a un mestiere che, per definizione, coincide con l’ospitalità», racconta Vito Campanelli. Maestro della scuola La Classe di Essse.

Vito Campanelli

La Classe di Essse ha inserito il profilo professionale dell’artista del caffè nel calendario formativo della sua Accademy

La sede principale è a Bologna, ma la formazione è itinerante e tocca tutta Italia: Ancona, Monza; Novara, Ferrara, Pistoia e molte altre città.

«Ho incontrato persone che si sono iscritte ai nostri corsi come una scommessa. Alcuni come se fosse l’ultima carta della loro vita», racconta ancora Vito.

«Con tanti sono ancora in contatto e mi chiedono sempre consigli. Al nostro lavoro molti si avvicinano per necessità, poi ci pensa lui a conquistare ognuno.

Riuscire a far star bene il cliente, sentirsi protagonista. Essere accoglienti sono le caratteristiche di una professione avvincente».

Vito Campanelli e la sua Academy per cappuccino artist

Campanelli, dopo il diploma alla scuola alberghiera, dà il via alle esperienze lavorative che poi lo hanno condotto alla scuola La Classe di Essse.

Prima negli alberghi della riviera romagnola, poi in prima linea a vent’anni come imprenditore del suo primo locale e, due anni dopo, del secondo.

E ancora le prime esperienze all’estero. «Avevo la curiosità di migliorare e oggi, che ho 41 anni, vivo con la volontà di capire, conoscere, crescere: tre parole fondamentali per me».

La vita fa una svolta nel 2005 nell’incontro con Francesco Segafredo

Con il suo sogno di aprire una scuola per formare i giovani. Oggi il calendario è molto ricco. Dal marketing ai cocktail per rendere completa la figura del barista.

«All’estero, invece, la formazione è mirata all’espresso e al cappuccino italiano. Bisogna ripartire dall’origine del gusto e, quindi, del senso del nostro lavoro.

Facciamo formazione anche presso grandi catene alberghiere in tutto il mondo e presso i distributori dell’azienda».

Avere umiltà, la qualità dei prodotti e le conoscenze tecniche sono i tre ingredienti che, secondo, Vito, un cappuccino artist non può mancare. «occorre investire il tempo per formarsi perché nel nostro mestiere non esiste l’improvvisazione»

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