MILANO – L’insegna Caffè Pascucci si fa ben notare anche se nascosta dai portici di Piazza Duca D’Aosta: una scritta rossa che spicca e attira l’attenzione per l’inaugurazione del primo Moka Bar in assoluto. La nuova scommessa della torrefazione, si gioca specialmente sul ritorno alle origini.
All’apertura, alle nove del mattino, c’è già fermento: la posizione così vicina alla stazione centrale di Milano, non poteva che essere trafficata.
Gli addetti alla caffetteria sistemano tutto per accogliere la stampa e anche i visitatori incuriositi. Soprattutto, i clienti bisognosi della giusta carica di caffeina.
Infatti, nonostante non fosse prevista l’apertura anche per il pubblico, molti si sono comunque avventurati, attirati dall’insegna e dal via vai di tazzine. Un primo buon segno per l’inaugurazione di un concept così originale.
Lo staff ha accolto con entusiasmo i clienti di passaggio, ai quali hanno naturalmente offerto un espresso preparato con la miscela bio di Caffè Pascucci.
Moka bar regala un’atmosfera familiare e accogliente
Che riassume un po’ la filosofia della stessa torrefazione, a conduzione famigliare. L’intimità e la spontaneità sono le prime due cose che si respirano entrando.
Lo sguardo invece si perde, perché sono tante le qualità del locale. Un luogo che si presenta come uno spazio moderno negli arredi, ma caloroso, complici gli immobili in legno.
Subito all’ingresso un simbolo importante
La moka trafitta è raffigurata a dimensioni impressionanti, appesa al muro dell’entrata del Moka Bar. Emblema dello spirito guida dello stesso locale.
Gli scaffali a vista, sono una vetrina importante dei prodotti Pascucci, che possono così essere apprezzati dai più appassionati. E poi la bakery, di fianco al modulo creato appositamente per il recupero funzionale della moka.
A disposizione dei clienti poi, un vassoio studiato nei minimi dettagli, per rendere piacevole il rito del caffè, con una caffettiera da tre tazzine.
L’offerta del menù espresso è la stessa che si può ritrovare negli altri punti di Caffè Pascucci. Sempre varia e che strizza l’occhio alle esigenza dei turisti e degli esterofili.
Tutto è vivo e in movimento
Un po’ per venire incontro alle esigenze di velocità di chi, soprattutto nei paraggi della stazione, ha i minuti contati. Un po’ perché questo nuovo concept vuole dimostrare come anche la moka, uno strumento un po’ sacrificato rispetto alle capsule al giorno d’oggi, è ancora una parte attiva nel consumo dell’espresso.
Eddy Righi si muove con naturalezza tra un sistema e l’altro
Si sposta dalla postazione per moka, a quella per espresso. Alle sue spalle il futuristico Azomico, con il caffè che invecchia con estrema calma, conservato dall’azione dell’azoto.
Al piano di sopra, un altro ambiente comodo, arredato con dei divanetti e delle prese elettriche appositamente collocate, per chi, alla moda di Starbucks, è molto affezionato.
La moka è anche un rito da gustare come una pausa
Quindi, seppur lavorando col pc sotto il naso, al proprio fianco si può apprezzare l’idea di una tazza fumante e una moka poggiata vicino. Un po’ come succede nelle cucine di casa propria.
Non manca però l’attenzione verso il futuro
Infatti, recuperare la tradizione, per Caffè Pascucci, non significa esser refrattari alle nuove tendenze.
Da bere, c’è anche il Cold Brew, preparato con aria compressa e non con azoto. In modo da conferire quella schiuma che tanto conquista gli amanti della Guinness.
Insomma: nel Moka Bar c’è un equilibrio tra passato, presente e futuro
Più che una caffetteria è una sospensione del tempo: dove l’italianità si esprime in tutti i modi possibili. Dalla sua tradizione alle prospettive future.
di Simonetta Spissu