MILANO — «Bevo un caffè, così mi sveglio». Alla mattina, dopo pranzo, nel pomeriggio, oppure la sera quando rimaniamo svegli fino a tardi per fare qualcosa. La caffeina è l’alleato principale quando si tratta di ridurre la sonnolenza e renderci più attivi.
L’effetto espresso
Ma quanto dura l’effetto di un caffè? La caffeina agisce rapidamente e molte persone ne beneficiano degli effetti in pochi minuti, ma una volta che il corpo la metabolizza, l’effetto espresso scompare. La sua durata cambia da persona a persona.
Picco e metabolizzazione
La caffeina ha un’emivita di circa cinque ore. In un espresso ci sono in media 7 grammi di caffè, che corrispondono a 40 milligrammi di caffeina circa, a seconda delle varietà utilizzate.
I livelli di caffeina raggiungono il picco nel sangue in più o meno 15-45 minuti dal consumo, perché sono rapidamente metabolizzati dal fegato. Ma dopo cinque ore da una tazzina di caffè nel nostro organismo saranno rimasti soli pochi grammi di caffeina.
Quantità raccomandate
Cinque è la quantità massima di caffè consigliata dagli esperti, mentre tre sono quelle in grado di allungarti la vita. «È stato dimostrato che possiamo trarre beneficio dal caffè senza alcun tipo di controindicazione, bevendone fino a un massimo di cinque tazzine al giorno» spiega Roberto Volpe, medico ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma (puoi chiedergli un consulto qui).
Da uno studio condotto dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) e dall’Imperial College di Londra in dieci Paesi europei è emerso invece che coloro che bevevano almeno tre tazzine di caffè al giorno erano più longevi rispetto a quelli che non erano soliti consumare questa bevanda.
L’effetto sul corpo
Secondo uno studio condotto in Australia, la caffeina non agisce direttamente sulla sonnolenza, ma accelera i messaggi diretti dal cervello al corpo rendendoci più attivi e attenti.
Per quanto riguarda la circolazione sanguigna, invece, un altro studio ha evidenziato come il caffè possa far aumentare di molto la pressione, ma solo in chi è un consumatore occasionale della bevanda. I consumatori abituali invece corrono meno rischi perché sono abituati