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venerdì 22 Novembre 2024
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Nella patria del caffè con Aics per valorizzare il lavoro dei piccoli produttori

Il progetto prevede un’azione mirata al rafforzamento della filiera del caffè su tre livelli. Dai produttori di due zone in particolare (Sidama e Bale) alla lavorazione e commercializzazione; alle istituzioni

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MILANO — Aics (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo), Fondazione Ernesto Illy, Unido e la locale Autorità del Tè e del Caffè collaborano in Etiopia. Per valorizzare il lavoro dei piccoli produttori in due specifiche zone del paese africano, culla della Coffea Arabica.

Se ne parla in questo articolo pubblicato sul sito InfoAfrica, che vi proponiamo di seguito.

Aics in prima fila per il sostegno ai Produttori di caffè

Il profumo del caffè riesce ad attutire anche il rumore prodotto dalle macchine. Un profumo allo stesso tempo familiare e insolito. Così come l’aroma della bevanda preparata per l’occasione. Un aroma quasi fruttato, anch’esso familiare e insolito.

D’altra parte, passeggiando per lo stabilimento della Eliana Coffee, alla periferia di Addis Abeba, tutto suona allo stesso tempo conosciuto e nuovo.

La scienza del caffè

“È il segreto del caffè – racconta Fitsun Bekere, giovane agronomo specializzatosi a Trieste. Al master in Economia e scienza del caffè-Ernesto Illy.

Cioè quello di riuscire a creare familiarità. Quasi complicità tra un gruppo di persone, sedute attorno a un tavolo”.

Fitsun ora segue un progetto finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Realizzato in collaborazione con la Fondazione Ernesto Illy, Unido e la Ethiopian Coffee and Tea Development and Marketing Authority. L’organismo governativo preposto a questo particolare settore.

Un’azione su tre livelli

Il progetto prevede un’azione mirata al rafforzamento della filiera del caffè su tre livelli. Dai produttori di due zone in particolare (Sidama e Bale) alla lavorazione e commercializzazione; alle istituzioni.

“Lo scopo del progetto – racconta Isabella Rodriguez y Baena, coordinatrice tecnica per Unido – è di agire innanzitutto sul piano dei piccoli produttori e delle cooperative.

Fornendo formazione, nuove varietà di piante e contribuendo poi al rinnovamento dei mezzi a disposizione e dei centri di essiccamento del caffè.

Dalla produzione passiamo quindi alla valorizzazione della filiera; con il sostegno diretto alla Sidama Coffee Farmers Cooperative Union, nella regione di Oromia, e alla Burka Yadot Cooperative Union. Che si trova nella regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud”.

L’impatto su tutta la filiera

Una filiera che giunge fino all’associazione dei torrefattori di caffè, dove la collaborazione si estende alla comunicazione, al marketing, alle strategie di sviluppo del business. L’ultimo anello – spiega ancora la rappresentante di Unido – Riguarda il livello istituzionale. Dove ci sono canali aperti con la Ethiopian Coffee and Tea Development and Marketing Authority per lo stabilimento di una piattaforma nazionale.

In grado di portare a uno stesso tavolo i vari attori della filiera e per la creazione di un Coffee Training Centre ad Addis Abeba in partnership con illycaffè e sul modello dell’Università del Caffè di Trieste.

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