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venerdì 22 Novembre 2024
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ECONOMIA – Per il Centro studi Fipe il turismo in calo provocherà quest’estate 25mila addetti in meno, l’80% sono stagionali. Si prevede che solo il 39,7% degli italiani (era il 40,8% nel 2012 e il 48,2% nel 2008) si concederà un periodo di riposo

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MILANO – Ecco cosa sintetizzano i dati raccolti dal Centro studi Fipe. La quota di italiani in vacanza continua a diminuire. Il calo sta avendo inevitabili ripercussioni sul mondo del lavoro nel turismo. Rispetto ad un anno fa, il numero di lavoratori in ingresso viene stimato in calo di oltre 25 mila unità, per l’80% a carico dell’occupazione nell’arco della stagione estiva in corso.

Centro studi Fipe: cosa emerge dalle analisi

La federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia sottolinea “è proprio il lavoro stagionale il termometro più sensibile per misurare la “stato di salute” dell’economia turistica.

I circa 21 mila lavoratori stagionali di cui le imprese ritengono di poter fare a meno in considerazione del forte calo della domanda; particolarmente di carattere interno, riguardano per il 48% bar, ristoranti e per il 52% le altre imprese del turismo. I dati sui movimenti in entrata ed uscita dei lavoratori alle dipendenze delle imprese del settore sono il segno più immediato delle difficoltà in cui si trova l’economia turistica del nostro Paese.

Mancano i professionisti specializzati

Nonostante ciò le imprese lamentano difficoltà nel reperimento di figure professionali specializzate. L’estate 2013, probabilmente non soltanto per la crisi ma anche per il maltempo, è la peggiore degli ultimi 17 anni. La previsione è che quest’anno soltanto il 39,7% degli italiani (era il 40,8% nel 2012 e addirittura il 48,2% nel 2008) si concederà un periodo di riposo tra il 1 luglio ed il 30 settembre”.

“I dati sul calo dei fabbisogni occupazionali da parte delle imprese turistiche sono preoccupanti. – afferma il presidente Fipe, Lino Stoppani. – perché stanno a significare che la macchina del turismo non gira neppure nel periodo più vocato dell’anno.

La crisi ha prima intaccato la propensione degli italiani a fare più vacanze nel corso dell’anno. Ora sta mettendo in discussione persino la mono-vacanza estiva. E l’attesa tenuta del turismo internazionale non sarà certamente sufficiente a salvare la stagione”.

Altri dati raccolti dal Centro studi Fipe

I viaggi estivi per vacanza saranno 29 milioni;il 6% meno del 2012 ed il 32% meno del 2008. Quando il numero superava quota 44 milioni. In termini di consumi l’impatto della contrazione dei flussi turistici interni viene stimato in 1,5 miliardi di euro; 268 milioni dei quali a carico della sola ristorazione.

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