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venerdì 22 Novembre 2024
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UNICITÀ FERRERO – “Mai in mani straniere e neppure quotata in borsa”: azienda unica, dove ancora resiste quel cordone ombelicale che unisce il dipendente alla proprietà: mai un’ora di sciopero, mai un minuto di cassa integrazione, massima attenzione alla sicurezza sui posti di lavoro

Mai in mani straniere e neppure quotato in borsa. Questo in sintesi riporta il quarto rapporto sulla responsabilità sociale d’impresa (CSR) del Gruppo Ferrero 2012 presentato nei giorni scorsi a Milano, presso la sede de “Il Sole 24Ore”

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ALBA (Cuneo) – Mai in mani straniere e neppure quotato in borsa. Questo in sintesi riporta il quarto rapporto sulla responsabilità sociale d’impresa (CSR) del Gruppo Ferrero 2012 presentato nei giorni scorsi a Milano, presso la sede de “Il Sole 24Ore”. Questi sarebbero senza dubbio i due punti essenziali e qualificanti del Gruppo Ferrero. – pur se non gli unici. – Redatto sulla base dei parametri fissati dall’Organizzazione GRI (Global Reporting Initiative). Nuovamente riconosciuti il più alto livello di rendicontazione confermato dalla dichiarazione GRI e corrispondente alla lettera A+.

Gruppo Ferrero: cosa dice più nel dettaglio il rapporto

Il rapporto tiene anche nel dovuto conto: i “Dieci Principi” del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC); “Le linee guida OCSE destinate alle Imprese Multinazionali”.

Dunque niente colossi stranieri, niente investitori arabi o magnati russi. Non perché in questi anni siano mancate le offerte. Semplicemente a ciascuna di esse è stato garbatamente – com’è nello stile di questa famiglia – opposto un semplice “no grazie, non se ne parla nemmeno”.

Nessuna trasformazione in SpA

Il colosso multinazionale dolciario ha 7,8 miliardi di fatturato, 25mila dipendenti e 11 milioni di quintali di prodotti ogni anno. Fa capo a Michele Ferrero. Continuerà ad avanzare per crescita interna rinunciando alle numerose possibilità di acquisizione di concorrenti anche parecchio appetibili.

Perché questo è un Gruppo più unico che raro. Non soltanto nel suo genere, ma anche, per non dire soprattutto, per quel modo “famigliare” di gestione aziendale che lo ha da sempre contraddistinto.

Da quando – erano i primi Anni 6o – vennero introdotti i bus aziendali che raccoglievano gli operai nei vari paesi sparsi per le Langhe e li portavano in azienda; evitando così l’abbandono dei propri paese. Sino ai giorni nostri, quando l’azienda veleggia in tutto il Mondo senza aver mai subito un’ora di sciopero; senza che alcun suo dipendente sia mai stato messo in cassa integrazione, neppure per un minuto.

Ferrero procede sulla sua strada

Quella della valorizzazione della Fondazione guidata dalla signora Maria Franca, moglie di Michele. – l’ormai quasi novantenne capostipite dell’impero dolciario –

Ad Alba dall’83 offre servizi a oltre 3mila ex-dipendenti, conduce un asilo nido; organizza mostre ed eventi culturali, di una continua attenzione e sostegno allo sport giovanile. Tramite le sponsorizzazioni Kinder, non a caso quasi sempre centrati sugli sport cosiddetti minori; dello stretto controllo per evitare lo sfruttamento del lavoro minorile da parte delle aziende fornitrici nei paesi in via di sviluppo; del massimo rispetto dei propri dipendenti, che passa attraverso la loro sicurezza dei lavoratori.

Fonte: targatocn

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