MILANO – All’evento dedicato interamente al caffè, di Milano, il Milano Coffee Festival, i professionisti e i campioni non sono mancati. L’appello è stato rivolto ed è stato accolto, anche da Helena Oliviero. Abbiamo potuto intervistare anche in questa occasione, la campionessa nazionale di Cup tasting.
Helena Oliviero: il curriculum vitae
“Sono nata a Pietrasanta, in provincia di Lucca e ho 24 anni. Direi che il termine più utilizzato per definire il mio mestiere è l’assaggiatrice del caffè. In realtà poi, dipende dalle attività che vengono svolte concretamente.
Per esempio, al momento sto lavorando come assaggiatrice e mi occupo anche di corsi e fiere. Ora posso fare corsi di assaggio Sca mentre prima li facevo da indipendente. Tra le varie consulenze mi occupo di assaggio, che è la mia vera passione, anche per alcune aziende. Quindi sono sia trainer che assaggiatrice ed inoltre sono presente alle fiere per diversi marchi.”
“Sì, indubbiamente è quello che mi piace fare di più, oltre ad essere la mia specialità. E’ una passione che non è tanto legata ad una questione di sensibilità. Infatti, su questo aspetto, potenzialmente tutti possono lavorare.
Mi piace semplicemente perché io apprezzo proprio percepire il sapore delle cose. Amo sentire le sfumature del caffè e anche degli altri prodotti. Non fa la differenza tanto, l’aumentare la sensibilità, quanto la capacità di riconoscere i diversi elementi. Questo è l’aspetto più importante, soprattutto nel caffè. Ciò che conta è soprattutto riconoscere l’origine delle cose e poi rimettere assieme le informazioni evidenziate.”
La sua reazione di fronte a un caffè cattivo
“Io non bevo caffè. Io bevo solo acqua e niente al di fuori di questo. A volte capita che lo provi e purtroppo, devo sopportare il gusto che mi lascia. Però non vado volontariamente in nessun bar a bere il caffè. Non mi interessa. Come per l’alcol o altro. Per me la sola bevanda da bere, resta l’acqua.”
Com’è nata questa sua passione, non bevendo il caffè?
“Mi interessa molto sentire la variazione dei prodotti naturali e per questo trovo stimolante capire il motivo dietro al risultato in tazza. Poi non mi interessa andare a cercarli. Mi sono avvicinata al caffè iniziando a lavorare con la macchina espresso, durante le stagioni.
Quando ho scoperto che il caffè poteva essere anche una bevanda assaggiabile, non come quello preso in certi bar, allora ho deciso di approfondire questo campo.”
E le interesserebbe sviluppare le stesse competenze per altri tipi di bevanda, come il tè e il cioccolato?
“Per il tè mi sto già muovendo per specializzarmi anche su questa bevanda, che rappresenta un mondo altrettanto complesso. Per quanto riguarda il cioccolato: al momento è ancora una materia da esplorare. Ma, ogni tanto alle fiere, assaggio anche questo prodotto. Perché, ripeto, l’assaggio è davvero interessante per me.”
Dopo la competizione nazionale, ha ricevuto nuove proposte dalle aziende?
“Solo alcune collaborazioni già assodate. Ma la gara non ha funzionato molto come trampolino per nuove proposte. Ora sto pensando alla competizione mondiale, sulla quale mi concentrerò assolutamente.”