FIRENZE – “Gli amanti del caffè al bar e al ristorante possono stare tranquilli: è un prodotto controllato e sicuro. Con effetti benefici su corpo e psiche”.
Il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano interviene così nella polemica scatenata in questi giorni dalla decisione del giudice californiano Elihu M. Berle di segnalare con un’apposita etichetta l’ipotetico “effetto cancerogeno” della bevanda più famosa nel mondo.
Caffè al bar: nessun rischio cancerogeno
Responsabile dell’ingiustificata psicosi, l’acrilamide, una molecola generata nel processo di tostatura del caffè.
“Si genera anche in altri processi, tipo frittura e cottura, utilizzati per pane, patatine, biscotti e altri generi alimentari”, spiega Cursano.
“Ma studi scientifici dimostrano che ha un ruolo secondario nell’insorgenza di qualsiasi forma tumorale. Senza contare che i livelli di acrilamide nel caffè tostato risultano significativamente inferiori ai limiti previsti dal regolamento comunitario”.
Allarmismo ingiustificato
“Ogni allarmismo è quindi ingiustificato”, ribadisce il presidente della Fipe-Confcommercio Toscana.
“Il caffè è e rimane un piacere sicuro per la salute. Anche l’International Agency for Research on Cancer, dopo aver effettuato una revisione su oltre mille studi scientifici, ha confermato che non c’è alcuna correlazione tra consumo di caffè e aumento del rischio di cancro.
Anzi, il caffè ne sarebbe addirittura nemico
Per lo Iarc bere una media di 3-4 tazzine al giorno, ovviamente in assenza di patologie particolari, può contribuire a ridurre il rischio di cancro al fegato, alla prostata; al colon, al cavo orale.
E contribuisce inoltre alla riduzione del rischio del diabete. Senza contare che il caffè contiene centinaia di composti con potenziali effetti bioattivi antinfiammatori, antiossidanti e anticancerogeni”.
Sei miliardi di tazzine all’anno
Davvero una buona notizia quindi, per gli appassionati dell’espresso. Secondo la stima di Fipe-Confcommercio. Ogni anno in Italia i pubblici esercizi servono almeno 6 miliardi di tazzine, delle quali oltre cento milioni in provincia di Firenze.