MILANO – Il settimanale di economia del Corriere della Sera ha pubblicato un articolo firmato da Alessandra Puato sulla situazione illycaffè alla vigilia dell’approvazione dei dati di bilancio 2017 da parte dell’assemblea dell’azienda convocata per il 26 aprile che vedono ricavi per 467 milioni. Ve lo proponiamo.
TRIESTE – Massimiliano Pogliani ha un compito impegnativo. Far funzionare illy, azienda famigliare, come una multinazionale gestita dai manager.
Primo amministratore delegato esterno dell’azienda triestina, ex Saeco e Nestlé. Dalla quale ha portato l’esperienza retail di Nespresso, chiude con il record di redditività il suo primo bilancio, per l’anno che Andrea Illy, presidente di illycaffè, definì «di semina» . Con la crescita orizzontale (non per acquisizioni, con nuovi prodotti), la spinta sull’online, gli accordi con Amazon.
Pogliani porta al risultato
I dati 2017 che verranno portati all’approvazione dell’assemblea del 26 aprile mostrano ricavi a 467 milioni. (+1,4%, rispetto al +5% del 2016-2017 per l’effetto cambio sul dollaro).
Oltre che un utile netto rettificato a 15,4 milioni (+1%) e una posizione finanziaria netta negativa per 129 milioni dopo l’acquisizione del 35% residuo di Mitaca, l’azienda che produce macchine da caffè e capsule per ufficio guidata da Daria Illy. La figlia di Riccardo.
Il record è il margine operativo lordo
Rettificato a 68 milioni (+4,2%). Redditività raggiunta con la riduzione dei costi mirata dei costi operativi. «Abbiamo tolto il colesterolo cattivo, non quello buono», dice Pogliani.
I fondi destinati al marketing sono in aumento
«abbiamo investito la cifra più alta degli ultimi dieci anni», con Andrea Bocelli ambasciatore del marchio. Perché «facciamo tante cose da anni, vanno raccontate al meglio».
Il piano strategico a cinque anni (2017-2022) va verso il raddoppio dei ricavi previsto per il 2027. Pogliani dovrà portare l’azienda a metà strada e si spiegano così le novità.
Il caffè istantaneo
Il 2018 sarà l’anno del caffè istantaneo in Gran Bretagna, innanzitutto, lanciato ufficialmente dopo i test del 2017. «Il mercato in Uk è al 50% dell’instant coffee.
Rinunciarvi significa essere tagliati fuori», dice Pogliani. Ma sarà anche l’anno dei piani per conquistare nuovi clienti, a partire dai Millennials.
Per i giovani, il Cold brew, caffè freddo «alla spina» nei bar
Negli Usa il sistema è diffuso, in Italia verrà lanciato da Illy quest’anno. «Il nostro non è caffè raffreddato. Ma il blend Illy con infusione a freddo di 12 ore.
Partiremo in alcuni locali-test e nei nostri Caffè Illy».
Una risposta a Starbucks, che sbarcherà a settembre a Milano?
«No — dice Pogliani —. Noi proponiamo lo stesso Illy taste in tutte le occasioni di consumo. Siamo i leader mondiali nel caffè di qualità.
Non possiamo crescere a discapito della qualità che in questa azienda è accompagnata dalla vera sostenibilità economica, ambientale e sociale».
Parte quest’anno anche l’Arabica Selection, con le varietà di Arabica in purezza tostate a diverse intensità. Inoltre prosegue il piano triennale di trasformazione digitale lanciato nel 2017.
Gli accordi
È stata completata la squadra con Pietro Mattioni, ex Campari, da gennaio direttore del business to business. L’area centrale che copre l’89,5% dei ricavi.
Mentre Alessandro Strati, ex direttore finanziario di Moleskine e Fila, da febbraio è il chief financial officer. Il gruppo, che genera dall’export il 65% dei ricavi, sta crescendo molto in Cina (+16%).
Qui il caffè comincia ad affiancarsi al tè, ma il mercato principale dopo l’Italia restano gli Usa. In generale, aiuta i conti l’accelerata dell’online (+14%).
Che dovrebbe proseguire dopo la partnership mondiale firmata l‘anno scorso con Amazon per macchine automatiche e cialde. Con tanto di dash button, il dispositivo wi-fi del gruppo di Jeff Bezos per il riordino automatico.
Infine va segnalato che per il gruppo illy lavorano 1.290 persone e che l’export rappresenta il 65 per cento del fatturato.
Alessandra Puato