giovedì 19 Dicembre 2024
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Tiramisù: dopo la sfida a colpi d’inzuppato al caffè, patto tra Treviso e Tolmezzo

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BOLOGNA — È pace fatta tra Treviso e Tolmezzo (Udine), che da anni si contendono la paternità del dolce italiano più famoso nel mondo. Il tiramisù è un patrimonio dell’Italia, e ogni anno le due città sono pronte a “sfidarsi” per promuovere la sua straordinaria bontà nel mondo.

Il “Patto del tiramisù” è stato siglato a Fico Eataly World, il parco dell’agroalimentare più grande del mondo, a Bologna, che mercoledì, in occasione del Tiramisù Day, ha ospitato la “sfida” golosa tra gli chef delle due città.

A scegliere il tiramisù più armonico è stata una giuria tecnica composta fra gli altri da Gino Fabbri, presidente dall’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, Santi Palazzolo, il celebre pasticcere che gestisce la Pasticceria siciliana di Fico, Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico Eataly World, la giornalista enogastronomica Eleonora Cozzella, Giovanni Battista Mantelli di Venchi e Clara e Gigi Padovani, i giornalisti e scrittori che hanno rilanciato la storia di questo dolce, insieme ad una giuria popolare di 50 persone scelte tra il pubblico.

Vince Treviso

È stato il tiramisù di Treviso quello che, secondo i giurati, ha raggiunto “la maggiore armonia tra i pochi, semplici ingredienti” del dolce al cucchiaio. Ma le due città, hanno affermato i sindaci di Treviso Giovanni Manildo e di Tolmezzo Francesco Brollo, sono pronte a darsi la rivincita ogni anno, per promuovere e celebrare insieme il tiramisù, definito un vero “monumento” della cucina italiana in tutto il mondo.

Per realizzare la “sfida” sono state utilizzate oltre 400 uova, 100 chili di mascarpone, 50 chili di zucchero e 12 litri di caffè. Le squadre di pasticcieri veneti e friulani – Manuel Gobbo e Massimo Granzotto, capitanati dal titolare del ristorante Le Beccherie di Treviso Paolo Lai, e per Tolmezzo Lidia Larice del ristorante Roma-Manzoni, Roberto Frezza della pasticceria Manin e Carla Della Pietra di Pan di Casa – si sono esibite in una inedita gara all’ultima cucchiaiata.

Una “nazionale del gusto” che si è detta pronta a fare squadra e seppellire il cucchiaino della discordia per vincere insieme nel mondo con il celebre dolce italiano. Subito dopo, il pubblico ha gioito delle interpretazioni del tiramisù della pace. A “firmarle”, otto maestri dell’Accademia Maestri Pasticceri. Oltre a Fabbri e Palazzolo, Massimo Alverà da Cortina d’Ampezzo (Be), Massimo Albanese da Treviso, Raffaele Ferraro da San Giuseppe Vesuviano (Na). Ma ci sono anche Paolo Sacchetti da Prato, Andrea Urbani da Pesaro e Stefano Zizzola da Noale (Ve).

Le degustazioni sono proseguite nel pomeriggio a Fico Eataly World nella pasticceria di Santi Palazzolo. Mentre nel Parco del cibo è stata presentata una piccola mostra di interpretazioni creative del tiramisù dei Maestri Ampi.

Dolce ufficiale di Eataly

Il tiramisù è un dolce semplice e casalingo, diffuso in tutta Italia e noto nel mondo quanto pasta e pizza; da quest’anno, Eataly lo sceglie come dolce ufficiale e lo promuove in tutti gli store in Italia e in Europa.

L’appuntamento è stato seguito su web e social media da www.tiramisuday.com e www.eatalyworld.it, con #tiramisuday e #eatalyworld, e realizzato con i prodotti e la collaborazione di Astoria per i vini, Venchi per il cioccolato, Granarolo e Valsamoggia per il mascarpone, ed i maestri pasticceri dell’AMPI.

L’idea di tenere l’insolita gara del Tiramisù a Fico è di Oscar Farinetti e della coppia del food writing italiano, gli scrittori e giornalisti piemontesi Clara e Gigi Padovani. Gli scrittori che hanno al loro attivo decine di libri e che con il loro “Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato” (Giunti, maggio 2016) hanno rilanciato l’attenzione su questo dessert, riscoprendone le vere origini friulane e venete.

In Friuli, all’Hotel Roma di Tolmezzo, la cuoca Norma Pielli mise in menù il tiramisù nel 1959, ispirandosi a una ricetta di Pellegrino Artusi. Ma la Marca Trevigiana, attingendo alla propria cultura pasticcera e prendendo spunto da quella “zuppa inglese al caffè” (cit. Giuseppe Maffioli) che anni prima veniva data ai clienti delle case di piacere, lanciò questo straordinario dessert oltre i confini nazionali. Grazie al ristorante Le Beccherie, dove Loli Linguanotto e Alba Campeol nel 1970 vararono il loro “Tirame su”.

Alvise Salice

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