MILANO – Lo scriviamo subito: la caffeina non scaccia la sonnolenza; tiene soltanto vigile la mente, titolava un nostro articolo qualche giorno fa. Allo stesso modo, il caffè non cancella gli effetti dell’alcol, perché non è un suo antagonista. L’alcaloide può tutt’al più eliminare alcune sensazioni come la sonnolenza. Ma l’attenzione non aumenta e i riflessi restano lenti.
Torna sul tema anche Il Giornale, che ha pubblicato questo interessante articolo in materia di caffè e salute.
La caffeina, alleata se a dosi moderate
«Il caffè è un piacere a cui non è necessario rinunciare ma va bevuto con moderazione. Non fa male, ci sono evidenze che può addirittura fare bene. Ma è anche importante ricordare che questo vale per le persone sane: chi soffre di alcune patologie faccia sempre riferimento al medico».
Lo raccomanda Alessandra Tavani
Fra i 23 scienziati chiamati dalla Iarc, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro, a revisionare la letteratura scientifica degli ultimi anni sul rapporto fra caffè e salute.
Il consiglio vale per chi ha problemi cardiovascolari o di ipertensione, visto che tradizionalmente la caffeina è stata associata a fattori di rischio, in particolare l’aumento della pressione.
«Gli studi – spiega Tavani, già alla guida del Laboratorio di epidemiologia delle malattie croniche all’Istituto Mario Negri di Milano – escludono un aumento di rischio con un consumo moderato per le persone sane.
Due ricerche su post infartuati indicano anche che non c’è associazione rispetto a nuovi eventi cardiovascolari. Quanto alla pressione, si è visto che non ci sono effetti a lungo termine ma transitori.
Infatti, l’aumento di pressione si osserva nell’ora successiva alla somministrazione, e per 2-3 millimetri di mercurio».
Non ci sono casi in cui il caffè va limitato o evitato?
«L’unica componente nota del caffè che può avere qualche effetto sfavorevole sulla salute è la caffeina. In generale, devono limitarne il consumo tutti i soggetti con metabolismo rallentato.
Meglio non bevano caffè i bambini, le donne in gravidanza, in particolare nell’ultimo trimestre e durante l’allattamento. La caffeina infatti passa molto facilmente la barriera placentare e può ridurre fino al 30% l’assorbimento del ferro.
Anche chi soffre di cirrosi è meglio ne riduca autonomamente il consumo; magari passando al decaffeinato: lo fa automaticamente chi fa fatica a dormire con due caffè al giorno o accusa reazioni come sudore o aritmia».
Ultimi avvertimenti
«Attenzione alle bevande energetiche. Una lattina può contenere anche l’equivalente di tre tazzine di caffè. E la caffeina non serve per eliminare gli effetti di qualche bicchiere di troppo, perché non è una antagonista dell’alcol: elimina solo alcune sensazioni come la sonnolenza, ma l’attenzione non aumenta e i riflessi restano lenti. In alcune circostanze quindi, ad esempio se si guida l’auto, può aumentare il pericolo, perchè con i riflessi lenti ma senza avvertire il torpore si può essere ancora più imprudenti».