MILANO – Le capsule del caffè trainano l’export anche su eBay. Sulla piattaforma il valore delle esportazioni delle imprese italiane è aumentato del 48% dal 2013. E il caffè porzionato è una delle merceologie di maggior successo.
Va detto che solo il 5,7% delle pmi usa il canale e-commerce. Una percentuale ancora bassa, che fa delle vendite sul web da parte delle aziende una terra di conquista per le piattaforme.
Le possibilità per i colossi della rete sono vaste. E in gioco non c’è solo un canale di vendita ulteriore per le singole pmi, ma “l’internazionalizzazione dell’intero sistema”, spiega Vincenzo Calì, responsabile per le attività e i rapporti con le regioni centro-nord est di Ice, l’agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane.
“La crescita per l’intero Paese e per il sistema produttivo” passa “dalla possibilità di attrarre investimenti dall’estero”, prosegue Calì. E aggiunge: “Quel 5,7 è una percentuale che deve aumentare. Chi si adegua e sta al passo con i nuovi strumenti, è dentro. Chi non riesce, è fuori”.
Nel suo primo Barometro export, eBay Italia ha analizzato la situazione delle vendite oltre confine via web da parte delle pmi.
Boom di venditori professionali
Analizzando gli ultimi cinque anni (2013-2015), i dati della piattaforma di e-commerce mostrano come ci sia stato un boom di venditori professionali che esportano i propri prodotti in tutto il mondo. Sono il 52% in più rispetto al 2013 (b2b, verso le imprese, e b2c, al consumatore).
Il valore totale delle esportazioni è cresciuto del 48%. E sono stati esportati dai venditori italiani 13 milioni di prodotti. Giusto per contestualizzare lo scenario, eBay.it è online da gennaio 2001 (eBay.com c’è dal 1995), ha più di 5 milioni di acquirenti attivi, 35mila venditori professionali italiani e oltre 100milioni di articoli nuovi in vendita.
Tra le categorie merceologiche che hanno trainato l’export in questi cinque anni: casa e bricolage, tecnologia, abbigliamento e accessori, collezionismo e ricambi auto e moto. Categoria, quest’ultima, che dal 2015 guida la classifica dei prodotti più esportati su eBay.
Entrando nello specifico degli oggetti più venduti, nel 2013 sono state le sneakers, nel 2014 le capsule del caffè. Le console per videogiochi hanno raggiunto il picco nel 2015, le pistole spara vernice per auto nel 2016 e gli smartphone lo scorso anno. Non solo gli articoli più rappresentativi del made in Italy, insomma.
Effetto Black Friday
A cambiare nel tempo sono state anche le abitudini dei consumatori. Prendiamo lo scorso anno: il mese dove le vendite transfrontaliere sono andate meglio è stato novembre.
“Questo grazie all’effetto Black Friday, che si è fatto sentire”, precisa Sara Cendaroni, head of trading eBay Italia.
“Il 24 novembre è stato il giorno che ha fatto registrare volumi più alti”, aggiunge. Nel 2015 e nel 2016, spiega, “invece sono stati marzo e maggio per la parte garden e bricolage”.
Mentre nel biennio precedente 2013/2014 era dicembre il mese di picco di vendite, con le feste natalizie a fare da booster.
Sette aziende su dieci vendono all’estero
“Sette aziende su dieci presenti sulla nostra piattaforma esportano”, specifica Cendaroni. Dove? Spicca la Germania, con una crescita dal 2013 al 2017 del 40%, contro il 38% della Francia e il 33% della Spagna. Bene il Regno Unito, che nel 2017 ha visto crescere i volumi di export del 92% rispetto al 2013. Fuori dai confini geografici europei, emergono gli Stati Uniti, che dal 2013 al 2017 hanno fatto +77%.
Grande assente la Cina, che invece è un Paese molto appetibile e già presidiato da altre piattaforme di ecommerce come Alibaba. “Stiamo supportando i venditori italiani a vendere in Cina spiegando loro l’importanza dei mercati emergenti”, dice Cendaroni.
Le regioni regine dell’export italiane nel 2017 sono Campania, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia. Il volume totale delle esportazioni delle cinque regioni è cresciuto nel periodo 2013-2017 di circa il 55%.
Per i prossimi tre anni l’obiettivo di eBay Italia è proprio quello, racconta Cendaroni, “di aumentare il database dei venditori e di consolidare gli esistenti e le loro performance, migliorando i servizi che offrono ai loro clienti”. Tra cui l’export. E poi “educarli nella digitalizzazione”.
Caterina Maconi