MILANO – Un buon caffè non si improvvisa. Lo stanno capendo anche i cugini francesi, che se rimandano in cucina un piatto cotto male un caffè cattivo lo bevono comunque. Ora però in alberghi e ristoranti di lusso, dove c’è una clientela internazionale, il barista sta diventanto una professione molto richiesta.
Barista, sommelier del caffè
Lo dice Anthony Calvez, capo del Cafès Richard. – Deve conoscere il prodotto, sapere dove schiacciare la polvere; quale macchina utilizzare per estrarre tutto l’aroma. Il problema del caffè è che è un prodotto semilavorato. In Italia l’hanno capito bene, è la mano del barista che fa la differenza“.
Nella patria della moka e dell’espresso il caffè è una religione, con i suoi riti e le sue regole
A partire dalla scelta della materia prima. Chi fa il caffè è solo l’ultimo elemento di una catena lunga che arriva dopo il lavoro di produttori, importatori, torrefazioni.
“Questi gesti occorre controllarli. Sono gesti molto piccoli, banali ma occorre controllarli. E la differenza si vede immediatamente”, spiega questo barista.
La Francia, indietro rispetto agli altri Paesi anglosassoni in fatto di caffè
Ora cerca di recuperare aprendo scuole di formazione per eccellenti baristi.
Che per cominciare potrebbero ascoltare la lezione di Pasquale Lojacono. Alias Eduardo De Filippo, nel film “Questi Fantasmi”.
Fonte: tiscali