MILANO – Riportiamo una visione interessante dell’andamento economico del settore food italiano negli Stati Uniti. Con una articolata intervista al fondatore e Ceo di The One Company, Lorenzo Zurino. Che è stata ripresa da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus.
Lorenzo Zurino dalla parte del settore agroalimentare
Originalità e prezzo giusto, uniti alla disponibilita’ di investire, non solo denaro ma anche tempo. Sono questi gli ingredienti essenziali per le aziende agroalimentari italiane che vogliono andare alla conquista di mercati stranieri.
Parola di Lorenzo Zurino, fondatore e Ceo di The One Company. La societa’ che da 10 anni, fornisce sostegno alle societa’ dell’agroalimentare del nostro Paese che intendono trovare sbocchi o aumentare la loro penetrazione nel mercato americano.
Le origini di Lorenzo Zurino
Di origini sorrentine, ma trapiantato tra Milano e New York, Zurino ha parlato a Il Sole 24 Ore Radiocor Plus a margine di “Food and restaurants for tomorrow”.
Il Convegno ospitato ieri nella serata americana alla Casa Italiana Zerilli-Marimo’ della New York University. Secondo Zurino, il food italiano “sta vivendo un momento di grazia negli Stati Uniti“.
Per dimostrarlo, ha ricordato la recente analisi pubblicata dalla Coldiretti sulla base di dati Istat. Da questa e’ emerso infatti, che il 2017 e’ stato un anno record per il cibo italiano all’estero. Con esportazioni agroalimentari per 41,03 miliardi di euro (+7% annuo).
Con 4,03 miliardi di euro, gli Usa sono stati di gran lunga il principale mercato dell’italian food fuori dai confini dall’Unione europea.
Nonché il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e davanti alla Gran Bretagna.
L’esportazione del made in Italy
“abbiamo a portata di mano l’opportunita’ di ampliare la visibilita’ a tutto cio’ che di straordinario e unico il nostro Paese e la nostra cultura alimentare hanno da offrire”.
Il cibo e’ nel Dna dell’imprenditore
E’ soprattutto passione di famiglia da ben quattro generazioni. Lorenzo Zurino, nel corso della sua carriera ha seguito nell’approdo al mercato statunitense aziende come Fattorie Osella, Caffe’ Motta e D’Amico.
Secondo Zurino, per esportare occorre una strategia perche’ oltre all’affrontare le necessita’ logistiche “bisogna capire in relazione a un’area specifica, quali sono i prodotti che hanno un buon sell out; o come risolvere il problema di sell out che un prodotto presenta in quella determinata area”.