domenica 22 Dicembre 2024
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Thun apre il suo primo caffè a Milano. Nei piani 80 location entro il 2019

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MILANO – Si apre un nuovo capitolo nella storia di Thun. La realtà italiana da 88 milioni di euro di fatturato, specializzata nei settori oggettistica e decoro per la casa, ha inaugurato ieri il suo primo Thun caffè a Milano, al civico 86 di corso Garibaldi, debuttando così nel food.

Un progetto dietro al quale si cela un piano di sviluppo legato al retail, per arrivare a 80 location in Italia entro il 2019 e chiudere il 2017 con ricavi per 100 milioni di euro.

Come ha spiegato in quest’intervista a MFF l’ad del marchio, Paolo Denti.

Perché l’opening di un caffè?

Si tratta di un progetto test, vogliamo rispondere alla velocità di trasformazione del consumatore proponendo l’interazione con il cliente in un contesto diverso. Siamo partiti con Milano, ma abbiamo in programma altre due aperture nella piccola provincia, la prima a Cittadella (Padova) e la seconda in via di definizione, sempre nella zona Lombardo-veneta.

Che concept avete sviluppato?

L’esperienza passa prima di tutto attraverso il locale. Abbiamo voluto creare a un posto che richiamasse le nostre origini per trasmettere i valori dell’azienda, ma in un modo nuovo. L’obiettivo è che questi caffè si reggano sul business del food, prevalentemente altoatesino e legato ai concetti di alta qualità e sostenibilità, offrendo come opportunità in più quella del gift. Questo caffè, come quelli che apriremo in futuro, include un’area di circa 20 metri quadrati dedicata a una selezione dei nostri articoli da regalo.

Qual è il piano di sviluppo?

Con il caffè possiamo esplorare contesti nuovi e diversi. Quest’anno prevediamo tre aperture, ma l’obiettivo è arrivare a 80 location in Italia entro il 2019, partendo dalla piccola provincia, passando alle grandi città e arrivando come terzo step all’espansione estera, in primis i paesi a lingua tedesca.

Per quanto riguarda le categorie di prodotto, che progetti avete?

Stiamo lavorando sul ritorno alle nostre origini, secondo vesti nuove, riconducendo il prodotto alla logica funzionale della casa e puntando sul regalo più che sul collezionismo. Abbiamo sperimentato l’espansione attraverso diverse categorie e oggi abbiamo articoli per la donna e il bambino, ma ci siamo resi conto che il link con il consumatore è più forte nell’ambito home, sul quale ci vogliamo concentrare esplorando l’utilizzo di diversi materiali oltre l’iconica ceramica. Il nostro obiettivo è crescere come retailer del regalo.

Come avete chiuso il 2016 e quali obiettivi avete per il 2017?

Abbiamo chiuso il 2016 con circa 88 milioni di euro in crescita del 7% e per il 2017 puntiamo ai 100 milioni. Una grande accelerata è data dal piano di trasformazione distributiva che stiamo portando avanti da qualche anno. Oggi contiamo circa 370 monomarca, di cui 90 diretti, e quasi 700 multimarca. Nel 2015 la distribuzione controllata diretta era il 9% e oggi siamo passati al 50%, l’obiettivo entro due anni è arrivare al 75% e imporci come retailer a tutti gli effetti, puntando sui negozi di proprietà e sulla trasformazione dei franchising in una versione che definiamo evoluta.

Ludovica Tofanelli

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