IRVING (Texas) – Il proprietario giapponese della catena di convenience store 7-Eleven, che vende anche caffè, ha rifiutato un’offerta di acquisizione da 38 miliardi di dollari (circa 34,266 miliardi di euro) da parte del rivale canadese Alimentation Couche-Tard. Seven & i Holdings ha dichiarato, come riportato da BBC News, che l’offerta del proprietario di Circle K “sottovalutava grossolanamente” l’azienda e comportava rischi normativi significativi.
7-Eleven rifiuta l’offerta di 34 mld di Alimentation Couche-Tard
Tuttavia, il proprietario di 7-Eleven, ha aggiunto che rimane aperto alle trattative ed è pronto a considerare una proposta migliore.
Se l’acquisizione avesse successo, creerebbe un gigante globale di 100.000 negozi a prezzi discount.
Stephen Dacus, presidente del consiglio di amministrazione di Seven & i che sta valutando l’accordo, ha affermato in una lettera che la proposta era “tempestivamente opportunistica”.
Secondo Dacus, l’offerta sottovalutava il gigante giapponese della vendita al dettaglio e il suo potenziale per generare maggiore valore per gli azionisti. Alimentation Couche-Tard (ACT), con sede in Quebec, gestisce circa 17.000 negozi in Nord America, Europa e Asia sotto i marchi Circle K e Couche-Tard.
L’offerta iniziale dell’acquirente ha valutato Seven & i a 14,86 dollari per azione, oltre il 20% in più rispetto al prezzo delle azioni prima che l’offerta fosse annunciata. L’offerta in questione è arrivata in un momento in cui lo yen giapponese è significativamente più debole rispetto al dollaro USA, rendendo Seven & i più accessibile per gli acquirenti stranieri.
7-Eleven è la più grande catena di negozi di convenienza al mondo, con 85.000 punti vendita in 20 Paesi e territori. L’impronta di ACT negli Stati Uniti e in Canada raddoppierebbe fino a circa 20.000 siti se l’accordo andasse a buon fine.
Una società giapponese di questa dimensione non è mai stata acquisita da un’azienda straniera.
“Il Giappone deve proteggere i suoi beni nazionali e Seven & i è un asset importante, quindi ci si può aspettare un lungo processo”, ha affermato Neil Newman, responsabile della strategia di Astris Advisory Japan, come riportato da BBC News. “Se dovesse avere successo mostrerebbe che il Giappone è aperto agli affari e accoglie gli investimenti stranieri.”