sabato 21 Dicembre 2024
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Caffeina: per l’Efsa bene fino a 6 espressi al giorno

Tutti i dati vanno letti alla luce della diversa concentrazione di caffeina determinata dalle miscele utilizzate (100% arabica o anche robusta) e dal metodo di preparazione impiegato. Con un buon arabica si può tranquillamente arrivare a 6-7 tazzine di espresso al giorno. Per le donne incinte meglio limitarsi a 200 mg al giorno. Ancora più bassi i dosaggi consigliati a bambini e adolescenti. Però attenzione alla percentuale di caffeina contenute in bevande e alimenti diversi dal caffè

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Sono stati diffusi ieri i risultati dell’indagine svolta dall’Efsa sulla sicurezza della caffeina. Il parere scientifico è stato richiesto dalla stessa Commissione europea al Gruppo di esperti scientifici sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie di questo organismo.

L’Efsa è l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e ha sede a Parma.

Nel parere si stima, in particolare, il quantitativo di consumo acuto e quotidiano che, per la popolazione sana in genere, non dà adito a problemi di sicurezza.

Il parere tratta inoltre del consumo di caffeina assunta da qualsiasi fonte alimentare in associazione all’esercizio fisico, nonché dei possibili rischi da consumo di caffeina associata ad alcol, ad altre sostanze che si trovano nelle cosiddette bevande energetiche e a sinefrina, sostanza sempre più utilizzata negli integratori alimentari.

La valutazione è stata completata con il considerevole apporto ricevuto da Stati membri, gruppi di consumatori, rappresentanti dell’industria e altre parti interessate, compresa una consultazione online di due mesi e una riunione delle parti interessate a Bruxelles.

È la prima volta che i rischi da caffeina da ogni fonte alimentare vengono analizzati a livello UE. Alcune valutazioni del rischio sono già state eseguite da Autorità nazionali e da altri autorevoli organismi nel mondo, e tutte sono state attentamente vagliate da un apposito gruppo di lavoro dell’Efsa.

La Commissione europea ha chiesto all’Efsa di eseguire tale valutazione, dopo che alcuni Stati membri avevano espresso preoccupazione circa gli effetti nocivi sulla salute associati al consumo di caffeina. In particolare: malattie cardiovascolari, disturbi del sistema nervoso centrale (ad esempio sonno interrotto e ansia) e possibili rischi per la salute fetale durante la gravidanza.

Il Gruppo ha potuto attingere alla banca dati particolareggiata sui consumi alimentari in Europa, che contiene 39 indagini condotte in 22 paesi UE, per un totale di 66.531 partecipanti.

Le conclusioni? Gli specialisti dell’Efsa stimano in 400 mg (circa 5,7 mg/kg per un adulto con un peso corporeo di 70 kg) la dose quotidiana di caffeina assumibile senza rischi per la salute da un adulto sano.

Ciò equivale (vedi tabella sotto) a oltre 6 tazze al giorno di espresso, ma ad appena 2 tazze al giorno di caffè all’americana. Tutti i dati – aggiungiamo noi – vanno dunque letti alla luce della diversa concentrazione di caffeina determinata dalle miscele utilizzate (100% arabica o anche robusta) e dal metodo di preparazione impiegato.

Quanta caffeina

Tale valore indicativo misura la caffeina assunta dall’assieme degli alimenti contenenti questo alcaloide consumati nell’arco della giornata: non solo il caffè, dunque, ma anche cioccolato, altre bevande nervine, energy drinks, cole, ecc.

La singola dose di caffeina assumibile senza conseguenze per la salute di un adulto sano è stimata invece in 200 mg. Detto dosaggio può considerarsi sicuro anche in caso di esercizio fisico intenso, a patto che siano trascorse almeno 2 ore dall’atto di consumo.

Nel caso degli energy drinks non dovrebbero influire altri costituenti – quali la taurina o il glucono-delta-lattone – la cui concentrazione, in questa categoria di bevande, non è tale, al dosaggio suddetto, da poter interagire negativamente con la caffeina, producendo effetti sul sistema cardiovascolare, sul sistema nervoso centrale o sullo status di idratazione.

Allo stesso modo, il valore già citato dei 200 mg per singola dose potrà considerarsi sicuro anche in caso di contemporaneo consumo di alcolici, a patto che non si superi il valore di 0,65 g di alcol per kg di peso corporeo e che l’aumento della concentrazione alcolica nel sangue si mantenga al massimo attorno allo 0,08%.

Tali valori valgono per qualsiasi fonte alimentare, compresi gli energy drinks. Entro tali limiti è improbabile che la caffeina possa mascherare la percezione soggettiva dell’intossicazione alcolica, sostiene lo studio.

Rimane ancora in sospeso, invece, la valutazione degli effetti cardiovascolari acuti della p-Sinefrina in associazione con la caffeina sulla singola dose di caffeina di 200 mg, soprattutto prima di uno sforzo fisico intenso, per la quale non vi sono ancora studi sufficientemente esaustivi relativi agli esseri umani.

Per le donne incinte o in allattamento, la dose massima quotidiana scende a 200 mg: oltre questo limite si rischia di danneggiare il feto o il bambino allattato. Gli studi di coorte hanno tenuto conto solo marginalmente degli effetti sulla donna incinta della caffeina assunta attraverso gli energy drinks e non hanno valutato il possibile impatto nel caso di esercizio fisico intenso.

Per i bambini e gli adolescenti, infine, il consumo quotidiano di caffeina non dovrebbe superare i 3 milligrammi per ogni chilogrammo di peso corporeo.

Gli specialisti dell’Efsa sottolineano che, specie nel caso dei più piccoli, va prestata attenzione al fatto che la caffeina può essere assunta, in dosaggi anche rilevanti, da un gran numero di bevande, bibite e alimenti e non soltanto dal caffè (vedi ancora la tabella sopra riportata, specie per quanto riguarda cioccolato e cole, ndr.)

“Il rischio per la salute non è enorme – ha dichiarato il portavoce dell’Efsa – ma i consumatori dovrebbero comunque tenere conto delle diverse fonti di caffeina, oltre il caffè”.

In ben 7 dei 13 paesi europei presi in esame dall’Efsa, una percentuale cospicua della popolazione supera la dose massima consigliata di 400 mg al giorno. I più “caffeinati”, da questo punto di vista, sono i danesi (33% della popolazione adulta), seguiti di Paesi bassi (17,6%), Germania, (14,6%), Finlandia (13,4%), Belgio (10,4%), Svezia (9%) e Francia (5,8%).

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